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I guai dell'automotive

Torino perde anche la Mole (Urbana)?

Il car designer Umberto Palermo sposta il suo quartier generale nelle Marche. Timori per la fabbrica di Orbassano

Torino perde anche la Mole (Urbana)?

Che effetto può fare la Mole fuori da Torino? Suona quanto meno bizzarro. Eppure, sta accadendo. Mole Urbana, la design factory di Umberto Palermo, sposta armi e bagagli a Fabriano, nelle Marche. Un altro caso di fuga dalla (ex) capitale dell’automobile?

Nella realtà Umberto Palermo, designer e imprenditore già protagonista con alcune supercar accattivanti, e adesso con il progetto dei quadricicli elettrici chiamati appunto Mole Urbana - una serie di veicoli modulari dalle diverse conformazioni, anche a pick up e con uno stile vintage e molto trendy, prezzo da 14mila euro - garantisce che «non abbandoniamo Torino». Però, per il momento, sposta sede legale della società, direzione, quartier generale. E si prepara ad aprire una seconda fabbrica, nel 2025.

Una versione in centomillesimo di Stellantis, che sembra voler considerare Torino più per la progettazione, lo stile, la tecnologia che per la produzione di massa di veicoli. In ogni caso, la factory di Umberto Palermo manterrà a Torino tutta la progettazione e la produzione, nella ex Blutec di Orbassano. Ma a Fabriano i numeri, a quanto pare, saranno piuttosto diversi (al momento, di consegne non s'è visto nulla), anche per l’arrivo di «un partner importante» non ancora annunciato. «Nelle Marche abbiamo trovato molta attenzione al nostro progetto» dice Palermo, accennando anche alla filiera di fornitori per il secondo stabilimento.

La nuova società si chiamerà MU Fabriano e accoglierà anche nuovi soci, con capitali freschi da apportare. Dopo di che, Palermo si dice convinto che «Mole Urbana non sarà l’ennesimo prodotto sul mercato. E' un prodotto già iconico e originale. Più volte ho rimandato l'avvio della produzione, aspettando che il progetto fosse maturo, senza pensare solo al lato economico».

Un’altra sberla morale, comunque, per una città dove - guarda caso, parlando di quadricicli elettrici - non troppo tempo fa anche la Microlino aveva minacciato di far su armi e bagagli (fatta salva una rapida retromarcia). Ma, e forse questo è l’aspetto più strano, da queste parti ci si è abituati.

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