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La crisi dell'automotive
18 Luglio 2024 - 07:10
Lavorare un giorno in meno per evitare la cassa integrazione (e i tagli allo stipendio). È questa la proposta che hanno avanzato, tramite i sindacati, i lavoratori di Stellantis. Una settimana corta, là dove si lavora sui sei giorni alla settimana, o cortissima, per quegli stabilimenti che lo fanno su cinque. Uno scenario che potrebbe interessare Mirafiori, al momento della riapertura a fine agosto.
Al momento, come è noto, lo storico stabilimento è fermo. O per meglio dire sono ferme le Carrozzerie, con le linee della Fiat 500e e della Maserati che hanno ricevuto due settimane di ferie supplementari (in aggiunta al contratto di solidarietà che riguarda oltre 1.200 lavoratori Fiat). Si lavora praticamente solo nel nuovo reparto dedicato alle trasmissioni per i motori elettrici eDCT e addirittura la disposizione è aumentare la produzione del 10% (obiettivo 1,2 milioni di pezzi l'anno)
E si lavora anche ad Atessa, in provincia di Chieti, nello stabilimento Sevel che produce furgoni e veicoli commerciali. È qui che è stata avanzata la proposta di introdurre la settimana corta, ossia cinque giorni anziché cinque, per evitare il ricorso alla cassa integrazione (l’azienda ha comunicato una ulteriore settimana, dal 29 luglio) ed evitare tagli dello stipendio a una parte dei lavoratori.
Dal Gruppo, per ora, è arrivata una risposta negativa, in quanto si vuole perdere un giorno di produzione, per quanto questa sia ormai quasi dimezzata: 770 furgoni contro la media di 1.200 di qualche settimana fa.
Ma da Chieti la proposta è rimbalzata a Torino, dove i vari delegati sindacali stanno ragionando se possa essere uno scenario adatto per la ripresa, dopo le ferie. Quando bisognerà capire se saranno arrivati finalmente ordini sufficienti per la Fiat 500e, o se bisognerà continuare con stop produttivi e cassa integrazione fino all’arrivo della Fiat 500 Ibrida “Torino”. Fra 18 mesi, come è stato detto dal board Fiat. Una eternità, per Mirafiori.
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