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Asti: ecco la città dove i bus non si fermano (e perché c'entra Torino)

Le segnalazioni dei nostri lettori alle prese con trasporti non sempre efficienti, anche se i bilanci sono in attivo

Asti: ecco la città dove i bus non si fermano (e perché c'entra Torino)

Asti per chi ci vive, o ha la sventura di doverci passare, è un inferno per il traffico. Ma se poi ci si mettono i mezzi pubblici, alternativa sostenibile all'uso dell'automobile, risorsa per la cittadinanza, a combinare pasticci, allora come se ne esce? Perché Asti ha un (altro) problema: i bus non si fermano a far salire i passeggeri. E la colpa, forse, sta a Torino. Vediamo nel dettaglio di che si tratta.

Partiamo dal caso specifico di una nostra lettrice che conosce la nostra iniziativa Amico Reporter: "Ero alla fermata del bus, l'autista ha saltato la fermata, anche se ha visto chiaramente che facevo segno perché si fermasse". Ha saltato la fermata, invece, nonostante una passeggera in attesa. A voi pare normale? 

Il tutto si è svolto ieri mattina, ad Asti, in corso Torino, fermata tra le altre della linea 2027, quella che da Asti porta fino a Canale, in provincia di Cuneo, passando per San Damiano d'Asti (e anche la fermata di Vaglierano Basso, che è quella della stazione di San Damiano d'Asti della linea Sfm6). Una delle linee maggiormente frequentate, soprattutto nel periodo scolastico, perché parliamo di un territorio dove il pendolarismo (anche da e verso Torino) è ancora molto forte.

La nostra lettrice, che si era recata ad Asti per ragioni di lavoro, aspettava il bus per rientrare a San Damiano d'Asti, sul suo smartphone aveva ben chiaro l'orario del passaggio, alla fermata in corso Torino, alle 13.05. E in effetti, puntualmente, a quell'ora il bus blu della linea 2027 (gestita da Gtt) ha fatto la sua comparsa. La nostra lettrice sporge il braccio, come abitudine per chi segnala di dover salire a bordo, ma il bus non rallenta: la nostra lettrice allora si sbraccia letteralmente. Niente da fare: il bus blu si sposta addirittura a centro carreggiata, salta la fermata e si dirige al prosieguo della sua corsa (ma li avrà presi altri passeggeri?). "Eppure sono sicura che mi ha vista, l'autista ha voltato la testa" dice la nostra lettrice.

Adesso, noi parliamo di un caso specifico che ci è stato segnalato, ma sono altre le segnalazioni giunte alla nostra attenzione. E non solo per quanto riguarda questi bus blu delle linee extraurbane che sono gestite dalla torinesissima azienda Gtt. Ad Asti ci sono i piccoli bus bianchi e rossi cittadini, quelli della Asp.

Per essere chiari, Asp (Asti servizi pubblici) è una società che ha chiuso il bilancio 2023 con un utile di 2 milioni e 635mila euro e rotti. Si tratta di una società mista a controllo pubblico, partecipata al 55% dal Comune di Asti (retto dal sindaco Maurizio Rasero) e al 45% da Nos, ossia un’ATI di imprese pubbliche e private, confluite poi in base alla legge di gara in una società di scopo, appunto NOS, partecipata al 75% dal Gruppo Iren, dal 15% da Gtt e dal 10% da Smat.

Questo per il trasporto urbano, perché le linee extraurbane sono affidate a Gtt, società partecipata del Comune di Torino. Gtt, oltre ai collegamenti da Torino al Canavese, al Chierese (anche tramite le linee ferroviarie Sfm) gestisce un gran numero di tratte extraurbane delle province del Piemonte, da Asti (dove i trasporti della Provincia di Asti il cui presidente è di nuovo il sindaco Maurizio Rasero, come se Asti fosse una Città Metropolitana) ad Alessandria. La Provincia di Asti fin dal 2016 ha aderito all'Agenzia per la Mobilità Piemontese, "con la quale attualmente collabora nella gestione locale di tutte le competenze in capo all'Agenzia stessa" come si legge sul sito. 

L'Agenzia per la Mobilità Piemontese è un consorzio che vede la presidenza in capo alla Regione Piemonte (tramite l'assessore ai Trasporti) e una composizione di diversi Comuni. Ha chiuso il bilancio 2023 con un risultato di esercizio di 148 milioni e 273mila euro e 76 centesimi.

Insomma, una composizione variegata, di enti, partecipate e soggetti pubblici. Ma la questione è sempre la stessa: perché il servizio è così carente? Al di là del comportamento del singolo autista (ma attenzione: noi raccontiamo un caso singolo, però le segnalazioni di fermate saltate pare che siano diverse, giunte anche in Comune ad Asti), c'è il problema delle corse rarefatte (la nostra lettrice, abbandonata dall'autista alla fermata sotto il sole, alle 13.05, avrebbe dovuto aspettare due ore per il passaggio successivo, perché quando chiudono le scuole anche i passaggi cambiano), della temperatura a bordo quando l'aria condizionata non funziona, delle indicazioni delle fermate perché, anche in questo caso, le indicazioni automatiche di bordo non sempre funzionano e tanti autisti, alla richiesta di informazioni, sono fin troppo devoti a quella targhetta metallica che c'era una volta a bordo dei tram torinesi "vietato parlare al conducente".

"Non si vede un progetto di trasformazione della città che la faccia diventare più vivibile, a portata delle persone e non ostaggio del traffico e di autisti menefreghisti" scriveva, in una lettera aperta al settimanale La Nuova Provincia, qualche tempo fa, il Co.M.I.S. ossia Comitato Mobilità Integrata e Sostenibile, chiedendo "un trasporto pubblico urbano più efficiente, la riattivazione delle linee ferroviarie sospese ed il potenziamento di quelle attive". 

Questa la storia giunta tramite i nostri canali di Amico Reporter. A voi è mai successo? Scrivete nei commenti sotto questo articolo, oppure mandate alla mail al suo autore (cliccate sull'indirizzo mail sotto la firma dell'autore) o raccontateci le vostre esperienze sui nostri canali social.

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