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Il caso

L’attacco del Consolato del Perù: «Basta bivacchi, la nostra comunità è indignata»

La lettera: «Un’immagine sbagliata del nostro Paese». Anche i comitati chiedono interventi

L’attacco del Consolato del Perù: «Basta bivacchi, la nostra comunità è indignata»

L’attacco del Consolato del Perù: «Basta bivacchi, la nostra comunità è indignata»

“I Consolati Generali ed i Consolati del Perù in Italia ricevono continue espressioni di fastidio da parte delle autorità delle diverse comunità peruviane che violano le norme di questo Paese e che disturbano l’ordine pubblico”. È l’incipit della lettera del Consolato Generale del Perù in Torino che punta il dito contro l’emergenza bivacchi e la «vendita non autorizzata di cibi e bevande». Un attacco che si unisce all’appello dei comitati spontanei di Porta Palazzo che da tempo chiedono provvedimenti per l’isolato di corso Regina Margherita, compreso tra piazza della Repubblica e via delle Orfane.

«Consumo di alcolici negli spazi pubblici, uso dei barbecue in luoghi non autorizzati, strade pubbliche trasformate in servizio igienici - spiegano dal Consolato -, incidono negativamente sull’immagine di tutta la nostra comunità agli occhi del Paese che ci accoglie, una comunità che con sacrificio, rispetto e duro lavoro si integra giorno dopo giorno nella società italiana».

Le immagini scattate dai balconi dei residenti, in effetti, sembrano confermare questa tesi. «Si intrattengono musicalmente tutto il giorno con un amplificatore che emette musica ad alto volume - così la presidente delle associazioni e comitati riuniti di Porta Palazzo, Adriana Romeo -. Il tutto accompagnato da schiamazzi e urla. Non è raro imbattersi in persone che dormono o gozzovigliano dove capita. E poi i nostri poveri alberi sono diventati dei vespasiani».

Motivi che hanno portato Romeo a scrivere alle forze dell’ordine e al Comune di Torino. «Il monito del Consolato - conclude -, parla da solo. Non è un problema di due o tre cittadini , è un allarme che in estate si amplifica e non va affatto sottovalutato».

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