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Margherita contro John Elkann

Eredità Agnelli, la Famiglia: "Ora basta, quei lingotti non esistono"

La dichiarazione degli Agnelli. Mentre Dagospia riprende TorinoCronaca e il caso diventa virale

Eredità Agnelli, la Famiglia: ora basta, quei lingotti non esistono

Foto di Gianni Agnelli di Gorupdebesanez - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31061591

Dagospia riprende TorinoCronaca e la Famiglia Agnelli rompe il silenzio: basta con questa storia, è la sintesi. Il tutto riguardo il caso del presunto tesoro in oro (proveniente nientemeno che dall'epoca del senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat), nell'ambito della guerra per l'Eredità Agnelli che vede contrapposti Margherita Agnelli e il figlio John Elkann, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra.

In pratica, tramite il suo portavoce, la Famiglia Agnelli definisce "inventata" la storia dei lingotti. Dai tempi del Senatore, che avrebbe convertito i suoi miliardi in oro, per portarli in Svizzera e li avrebbe lasciati in eredità a Gianni Agnelli (una storia che dura da decenni)? O che esista o meno un deposito in oro al Free Port di Ginevra come sostiene Gigi Moncalvo in "Agnelli coltelli", per citare un caso? "I fantomatici lingotti degli Agnelli: esistono o non esistono?" si chiedeva poi ieri il sito Dagospia, pubblicando un estratto del nostro articolo. 

In attesa della prossima puntata di questa lunghissima saga, che al momento si divide fra le indagini della Procura, la causa in sede civile (ai fratelli Elkann è stato chiesto di fornire l'elenco e la titolarità dei conti esteri e John sarà anche interrogato) e quelle ancora pendenti in Svizzera. Perché Margherita, figlia di Gianni e Marella, contesta di essere stata tenuta all'oscuro dell'entità del patrimonio paterno e mette in discussione la successione e i passaggi di quote della Dicembre, la società semplice in capo ai suoi figli John, Lapo e Ginevra che consente il controllo dell'impero di Exor e Stellantis (tra le altre cose). Anche se Margherita, alla morte del padre, firmò un accordo tombale ("Lo faccio per amor di pace"): la Fiat e i beni paterni alla mamma Marella (e da qui a John Elkann), a lei un miliardo e 200 milioni di euro.

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