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CARCERE
20 Luglio 2024 - 09:03
Foto di repertorio
È, con molta probabilità, la più lunga protesta che si sia vista nel carcere le Vallette. Nove giorni consecutivi, cominciati con disordini altamente impattanti tra detenuti che ubriachi e sotto effetto di stupefacenti si sono lanciati addosso olio bollente. Sabato scorso quattro agenti intossicati, la domenica un altro finito in ospedale con la testa spaccata. I video finiti su Tik-Tok, oggetti a cui è stato dato fuoco. Episodi di una gravità tale da far sì che la Procura aprisse un fascicolo sui fatti. E da tre giorni ormai i detenuti del Padiglione C rifiutano di rientrare nelle sezioni detentive al termine delle ore dove è consentita l’uscita in cortile: una protesta che vede 250 detenuti manifestare, a cui si aggiungono quelli delle altre sezioni. Una situazione che è al limite della sopportazione, gli agenti della polizia penitenziaria continuano a fare turni che durano oltre le dieci ore. E oggi altri poliziotti sono stati presi a calci e pugni, facendo salire a quota 35 le aggressioni nel 2024 (con 39 agenti feriti).
Alle 13, proprio al Padiglione C, l’agente di servizio ha ripreso un detenuto straniero affinché rispettasse le regole sulle telefonate. In cambio ha ricevuto pugni e calci, scagliati anche al collega intervenuto in suo aiuto. Entrambi sono poi stati portati all'ospedale Maria Vittoria, curati e dimessi con quattro giorni di prognosi.
Dall’interno del Lorusso e Cutugno l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) continua a sottolineare una condizione che non è più sostenibile, dove l’incolumità delle persone che il carcere lo vivono quotidianamente è a forte rischio. Leo Beneduci, segretario generale di Osapp, racconta di un luogo dove “ormai sono i detenuti a dettare modi e tempi come fosse un’autogestione” e aggiunge che la situazione è “surreale come mai prima d’ora”. Inoltre da Osapp fanno sapere che "lo stress psicofisico del personale è giunto a livelli inauditi, tanto che determina un numero importante di assenze per malattia".
Una questione, quella della protesta alle Vallette, ormai diventata di dominio pubblico per cui la Casa Circondariale di Torino è attenzionata dai media, con cronache narranti una disumana condizione per chi si trova in stato detentivo e altrettanto per chi ci lavora: ‘guardie o ladri’, due fazioni che sembrano come prigioniere di un sistema che ha ridotto “il carcere un colabrodo” per citare gli stessi sindacati. Dopo avere cercato l’attenzione della premier Meloni, chiedendo che fosse dichiarata la situazione di emergenza nelle carceri italiane, l’Osapp ha indetto un sit-in per questo lunedì 22 luglio, alle Ogr in corso Castelfidardo alle 10, nei luoghi e negli orari in cui andrà a insediarsi il consiglio regionale del Piemonte. “La politica ci ha abbandonati” sono le parole di chi tutti i giorni si trova a entrare da quella porta per lavorare e chiedersi se la sera tornerà a casa sano e salvo dalla propria famiglia.
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