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Economia & Politica
06 Agosto 2024 - 07:10
Dal Tribunale al Parlamento: un doppio percorso a ostacoli per John Elkann, che sembra chiamato a difendersi su due fronti, quello dell'Eredità Agnelli e quello della produzione industriale (in calo) di Stellantis. Due scenari complessi, ai quali difficilmente il presidente del Gruppo franco-italiano potrà sottrarsi.
Il primo dei due appuntamenti riguarda la causa in sede civile intentata da sua madre Margherita Agnelli sul reale ammontare dell'eredità dell'Avvocato Agnelli e in particolare i presunti fondi esteri (sulla cui esistenza, in ogni caso, era stato calcolato parte dell'ammontare del miliardo e 300 milioni del cosiddetto patto successorio con la madre Marella): i giudici di Torino chiedono a John Elkann di dare conto di tutti i conti esteri e gli asset off shore finora documentati dalle indagini. Mentre, in parallelo, prosegue l'inchiesta penale che vede John, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra, e al presidente della Juve Gianluca Ferrero indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato.
Il secondo appuntamento, invece, è del tutto politico. E non riguarda l'incontro del 7 agosto al ministero (dove è improbabile che si presenti persino il ceo Carlos Tavares) sul futuro della produzione industriale italiana. No, riguarda la decima commissione della Camera dei deputati, quella che si occupa delle attività produttive, che ha accolto la richiesta di una convocazione di John Elkann.
L'ha reso noto il partito di Azione, tramite il deputato Fabrizio Benzon. "Per capire quali siano le intenzioni di Stellantis per il futuro dell'automotive italiana" spiega il deputato. Gli ha fatto immediatamente eco il leader di Azione, Carlo Calenda, senatore ed ex ministro, che con Stellantis non è mai tenero. "Finalmente!" ha esultato su X (ex Twitter).
Sui motivi della richiesta di audizione, Calenda spiega così: "Elkann ha ricevuto una garanzia pubblica che gli ha consentito di pagare un dividendo e vendere FCA" dice riferendosi alla garanzia Sace, in periodo pandemico, sul maxiprestito da 6,7 miliardi concesso da dodici banche a Fca. Una garanzia subordinata a precisi impegni, per 5 miliardi di euro, sugli stabilimenti italiani. poco dopo, però, avvenne la fusione con Psa che portò alla nascita di Stellantis. E il nuovo amministratore delegato, Carlos Tavares, grazie a una nuova linea di credito da 12 miliardi (di recente rinegoziata, con lo spostamento della scadenza), restituì in anticipo il prestito, svincolandosi da ogni impegno.
Oggi, al di là di annunci e piani industriali, la produzione di Stellantis è letteralmente crollata, a partire dallo stabilimento simbolo, quello di Mirafiori. Ripartendo da quel lontano impegno, Calenda vuole mettere Elkann di fronte alle proprie responsabilità: "È suo preciso dovere - spiega - venire in Parlamento e spiegare il crollo della produzione di Stellantis in Italia. Speriamo vivamente che non si sottragga al confronto. Sarebbe un grave segnale di mancanza di rispetto per le istituzioni e per l’Italia".
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