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Economia & Finanza
09 Agosto 2024 - 11:50
Caffè, cioccolato e aerospazio fanno volare l'export piemontese, anche grazie ai mercati come Hong Kong ed Emirati Arabi, per un primo trimestre da record, se confrontato con l'andamento della situazione nazionale. Ma contemporaneamente si affacciano le ombre sul secondo trimestre (con elaborazioni ancora parziali) a causa della vecchia Europa, dove la locomotiva tedesca ha smesso clamorosamente di tirare. Vediamo nel dettaglio.
Le cifre liete arrivano dall'elaborazione dei dati dei distretti piemontesi compiuta dal Research Department di Intesa Sanpaolo: 3,2 miliardi di euro in export per il primo trimestre, una crescita dello 0,9% a fronte del calo dell'1,1% della media italiana. A trainare, come detto, i nuovi mercati (+1%), ossia da Hong Kong, Emirati Arabi Uniti, India e Polonia, mentre, considerando i principali sbocchi commerciali delle esportazioni distrettuali piemontesi, le contrazioni più evidenti hanno riguardato Belgio, Francia, Cina e Romania.
I distretti agro-alimentari piemontesi hanno registrato nel complesso un aumento delle vendite all’estero del 5,1%, ma non tutti hanno un segno positivo: Dolci di Alba e Cuneo (+18,9%, pari a +75 milioni di euro), Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+7,6%, pari a +17 milioni di euro), Riso di Vercelli stabile sui livelli di export del primo trimestre 2023, Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (-2%, corrispondenti a -9 milioni di euro) e Nocciola e frutta piemontese (-17,8% corrispondenti a -17 milioni di euro).
Luci e ombre per il sistema moda, dove l'oreficeria di Valenza cresce del 5,8%, che vale 27 milioni di euro, mentre il Tessile di Biella cala del 2,2%, per 13 milioni di euro. Male la meccanica, in calo del 5,9%. Risultano in diminuzione tutti i distretti: Macchine utensili e robot industriali di Torino (-1,1%, pari a -3 milioni di euro), Rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia (-6,5%, pari ad -27 milioni di euro); Frigoriferi industriali di Casale Monferrato (-12%, corrispondenti a -10 milioni di euro) e Macchine tessili di Biella (-22,2%, corrispondenti a -7 milioni di euro).
Bene il tecnologico, con 50 milioni di euro, corrispondente a una crescita del 12,7%, frutto del balzo nelle esportazioni del Polo aerospaziale (+38,9%, pari ad un aumento in valore di 67 milioni di euro) che controbilancia la battuta d’arresto del Polo ICT di Torino (-7,6%, per un calo in valore di 17 milioni di euro).
Secondo Stefano Cappellari, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo: "La buona capacità competitiva dei distretti piemontesi ci porta a pensare che il ritmo di crescita si rafforzerà nel momento in cui l’incertezza internazionale, legata anche al fermo nel Canale di Suez, si attenuerà. Tra l’altro, si è da poco chiarito il quadro incentivi legato a Transizione 5.0, e questo non può che essere uno stimolo per gli investimenti in chiave sostenibile, che potranno beneficiare di importanti crediti d’imposta. Intesa Sanpaolo ha agito in anticipo lanciando già a marzo il programma di finanziamenti Il tuo futuro è la nostra impresa, che mette a disposizione per il Piemonte 10 miliardi di euro proprio su Transizione 5.0 ed energia, sviluppo internazionale, digitale e cybersecurity, in stretta correlazione con gli obiettivi del PNRR".
Chi vede nero, invece, ma con dati diversi, è il comitato TorinoFinanza della Camera di Commercio di Torino, che annota un Pil negativo del Piemonte nel secondo trimestre (-0,7%). A causa di tre fattori principalmente: le esportazioni verso la Germania, il settore dell’automotive e anche certi consumi. Bene, ma insufficienti, turismo e servizi.
Secondo la ricerca, che utilizza lo strumento predittivo del Pilnow, molti guai arrivano proprio delle esportazioni, "che avevano concorso a un eccellente risultato nel 2023 ma adesso sono in stallo a causa della mini recessione tedesca (-0,1%, ma in questo caso i trimestri negativi sono ormai molti e non c'è segno di uscita prossima), e sulle difficoltà del settore auto" spiegano dal comitato. Aggiungendo che calano anche i consumi: "Pesano, al riguardo, la situazione demografica, che vede un crescente invecchiamento della popolazione con riduzione dei consumatori potenziali e riduzione del carrello della spesa, e la perdita del potere di acquisto dei salari che negli ultimi 3-4 anni si è ridotto del 15/20%".
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