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I guai dell'automotive

Lasciare Torino o fallire? Ecco il Focus di TorinoCronaca sull'indotto Ex Fiat

Carlo Angiono, ceo di AutoStudi, tagliato dai fornitori di Stellantis in cerca di rilancio per la sua storica impresa

AutoStudi è una azienda che ha una storia di oltre quarant’anni, a Torino. Una storia di design e di progettazione, per la maggior parte al servizio prima della Fiat e successivamente di Fca o Stellantis. Fino a quest’anno, quando di fatto è stata “cancellata” «perché i francesi hanno le loro strategie e danno lavoro alle cut factory francesi» spiega Carlo Angiono, il ceo di AutoStudi.

Carlo Angiono, quindici anni di lavoro in Fiat e poi oltre trent’anni in proprio, in questi giorni ha realizzato un video di presentazione dell’ultimo progetto, per ora chiamato Ramar: un quadriciclo, dall’aspetto simile a quello di un fuoristrada, pensato per il mercato africano, soprattutto per essere realizzato laggiù, per la semplicità dei suoi materiali e dei suoi metodi di assemblaggio. Un modo per rilanciare l’azienda e trovare nuove strada in un momento complesso, peraltro comune a quello che sta vivendo buona parte dell’indotto ex Fiat.

«Come ho detto, Stellantis dà lavoro a ditte che poi a me girano in subappalto le briciole - spiega Angiono -. Circa il 75% del nostro fatturato, sotto i 5 milioni di euro, dipende da Stellantis, fra indiretto e diretto. Per esempio fra i nostri clienti c’erano Valeo e Lear, che forniva i sedili a Maserati. Ho tagliato i lavoratori free lance e ho una decina di lavoratori in cassa integrazione».

Una cosa che spiega Angiono, anche nel video realizzato per il nostro sito www.torinocronaca.it, è se il tessuto politico e industriale torinese vuole sostenere solo Stellantis o anche le aziende più piccole come la sua, che fanno comunque parte del comparto automotive. «Bisognerebbe fare come le regioni autonome» dice, facendo l’esempio di quanto sperimentato da lui: «Mi sono rivolto a persone delle istituzioni in Val d’Aosta, dove mi hanno parlato di finanziamenti diretti se aprissi lì l’azienda. Ho dei clienti a Pont Saint Martin, tre giovani ingegneri del Politenico che hanno preso 10 milioni di euro di contributi. Ma a 73 anni mi metto a ricominciare da capo? E poi, i miei dipendenti sono qui. Diciamo che ci vorrebbero dei piani per le aziende simili a questi anche a Torino, in Piemonte».

La realtà rimane quella di diversificare una attività molto legata al maxi committente. AutoStudi, per Stellantis, disegna carrozzerie, ma nel suo catalogo ci sono componenti di fanaleria e anche elementi di interior design (oltre che di oggetti per la casa). E il sogno Ramar, appunto, per il quale servono finanziamenti: «Anche solo per coprire le spese. Per arrivare a questo prototipo ho speso già 300mila euro»

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