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Torino (e Caselle) vola con il supercaccia di Leonardo: ecco le cifre del business dei cieli

Maxi ordini in arrivo per il programma Eurofighter. I segreti di un jet da Mach 2 e dal costo di 63 milioni di dollari l'uno

Boom di ordini per gli Eurofighter del futuro realizzati da Leonardo nel polo di Caselle

Un jet Eurofighter delle nostre forze armate che controlla i cieli e difende il territorio Nato, un prodotto made in Torino, anzi Caselle. E le sue prestazioni hanno convinto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, al punto che durante l’ultimo salone internazionale aerospaziale di Berlino ha annunciato che la Germania ne acquisterà altri 20. La settimana scorsa il governo italiano ha avviato l’iter parlamentare per potenziare la sua flotta di caccia da superiorità aerea acquisendone 24 per conto dell’Aeronautica Militare. E anche i governi di Spagna, Polonia, Arabia Saudita e Turchia stanno valutando operazioni simili.



Si tratta del caccia militare del programma Eurofighter Typhoon, un jet in grado di raggiungere la velocità Mach 2, ossia circa 2500 chilometri orari (è equipaggiato con due turboventola EuroJet EJ200 con postbruciatore), portato avanti da Leonardo - l'industria aerospaziale partecipata dal Ministero della Difesa - a Torino nell’ambito del consorzio europeo con i partner Airbus e BAE Systems. Nato come aereo intercettore e da superiorità aerea, è stato testato anche come bombardiere e velivolo da combattimento. L'aereo è dotato di tredici piloni - attacchi per razzi e bombe -, cinque in fusoliera e otto alari, e di un cannone Mauser BK-27 da 27 mm; il Typhoon è compatibile con un'ampia gamma di sistemi d'arma per soddisfare le richieste dei vari utilizzatori. Inoltre è equipaggiato con dispositivi elettronici di difesa in grado di disturbare i segnali radar o intercettare i missili a guida automatica.

Il programma Eurofighter è uno dei pilastri strategici dell’ecosistema regionale dell’aerospazio trainato da Leonardo, che conta sul territorio piemontese più di 4.550 addetti negli stabilimenti di Torino, Cameri, Caselle, cui si aggiungono gli oltre 900 addetti di Thales Alenia Space, joint venture tra Leonardo e Thales nel settore spaziale.



In Italia, il programma Typhoon ha un deciso baricentro strategico – produttivo e tecnologico – sui siti Leonardo di Torino: la città è infatti un polo chiave del programma in Italia, sia per la produzione sia per gli sviluppi del sistema. L’Eurofighter continua ad evolvere grazie ad una serie di aggiornamenti in linea con i più avanzati standard digitali e le emergenti tecnologie produttive. "Il Typhoon, la spina dorsale della difesa aerea europea, proteggerà i nostri cieli fino al 2060, è fondamentale quindi continuare a migliorare le capacità della piattaforma e garantire che sia operativamente efficace" ha dichiarato l’amministratore delegato di Eurofighter, Giancarlo Mezzanatto, commentando i nuovi ordini.



Fino a oggi Torino ha visto la produzione sulla linea di Leonardo a Caselle di 113 Eurofighter (inclusi i prototipi di sviluppo) dei 680 attualmente ordinati e di 635 strutture dell’ala sinistra e del tronco di fusoliera posteriore, le parti strutturali assegnate agli impianti torinesi per tutti i velivoli prodotti. Si tratta di un business dalle ricadute economiche da miliardi di euro per il territorio, considerando che ognuno di questi caccia costa a listino circa 63 milioni di dollari. E Leonardo chiude il bilancio con ricavi per 14,1 miliardi di euro e utili netti attorno ai 580 milioni.



Ma non di sola Difesa si parla. Torino ha infatti avuto un ruolo centrale nell’integrazione del nuovo radar E-Scan, a scansione elettronica, o “Captor-E” sviluppato sempre nel perimetro Leonardo e la cui integrazione è stata sviluppata e testata a Caselle per il cliente di lancio, la forza aerea del Kuwait.

Leonardo, in tutto il Piemonte, guida un ecosistema industriale fatto da circa 400 piccole e medie imprese per un totale di 14.500 addetti tra diretti, indiretti e indotto. Con una filiera che rappresenta il 30% di tutta l’industria hi-tech del Piemonte. A oggi gli investimenti in ricerca e sviluppo, spiegano fonti della società, rappresentano quasi il 10% della spesa totale in ricerca delle aziende sul territorio.

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