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L'intervista

Dieci milioni e mezzo per i mercati di Torino: «Sono un’eccellenza»

Rilancio del commercio: La rivoluzione dei mercati e negozi di vicinato a Torino

L'assessore al Commercio Paolo Chiavarino

L'assessore al Commercio Paolo Chiavarino

l mercato dove andare a fare la spesa, la panetteria di quartiere, il baretto all’angolo, il ferramenta, l’edicola. La filosofia del negozio di vicinato permea il cambiamento del tessuto commerciale di Torino. «È parte integrante del processo di riscoperta della vocazione turistica, culturale e internazionale della nostra città» spiega l’assessore comunale al Commercio Paolo Chiavarino. «È necessario coniugare l’esigenza di fornire servizi efficienti ai cittadini, con una progettualità di ampio respiro» prosegue.

Figlio di imprenditori, Chiavarino conosce bene l’importanza di un tessuto commerciale sano, che possa fare da deterrente a fenomeni di insicurezza e come presidio sociale del territorio. In questo contesto si inserisce l’investimento da 10 milioni e mezzo di euro di fondi europei per interventi straordinari sugli undici mercati cittadini. «Più un milione e mezzo circa di manutenzione ordinaria» precisa l’assessore. Un “tesoretto” che porterà lavori di restyling e messa in sicurezza da Porta Palazzo fino a piazza Bengasi.

Assessore, partiamo da un mercato di periferia. Che investimenti ci saranno per il mercato Le Verbene?
«Siamo ben consapevoli della funzione sociale che ricopre il mercato delle Vallette. I 21 stand potranno fruire di un aiuto concreto per fare opere straordinarie. Penso ad esempio ai lavori per rifare il tetto, interventi sui bagni e agli ingressi, oppure operazioni per rendere più gradevoli esteticamente gli stand. L’intera zona poi sarà soggetta a opere di riqualificazione».

Spostiamoci in piazza Bengasi. Quanto costerà il nuovo mercato?
«Complessivamente circa 33 milioni di euro. Verrà realizzato anche un ampio parcheggio dove potranno trovare spazio 650 automezzi, proprio accanto alla nuova fermata della metropolitana. Sarà un crocevia importantissimo per la città».

Quando tornerà operativo?
«Il progetto prevede la realizzazione entro i prossimi due anni e mezzo. Vale a dire che entro la fine del 2026 il mercato tornerà in piazza Bengasi».

Torino vanta il mercato all’aperto più grande d’Europa: Porta Palazzo. È una tappa obbligata per i turisti che visitano la città. Anche lì è in corso una operazione di restyling?
«Iniziamo col dire che abbiamo stanziato 2 milioni e 500mila euro del fondo Pinqua per rifare per intero la Tettoia dei Contadini. La rimettiamo in sesto dal punto di vista strutturale ed estetico. È un luogo molto suggestivo e ora tutti potranno goderne. Poi sono state rifatte le esedre e la pavimentazione. Dopodiché, si rimetterà a punto il plateatico: le lose soffrono per il passaggio dei mezzi di pulizia e i camion degli ambulanti».

Cosa ne è stato del progetto di uniformare tutti i banchi con tendalini coordianti e banchi in alluminio?
«Contiamo di avere tutte le bancarelle nuove - con annessi tendalini - in primavera, ma i primi risultati si vedranno già tra settembre e ottobre. Sono stati stanziati 200mila euro per coprire il costo degli oltre 150 ambulanti del settore ortofrutta. Il mercato è un presidio fondamentale del territorio e un luogo di aggregazione. Stiamo anche ragionando sulla sperimentazione di nuove fasce orarie pomeridiane per alcuni mercati più piccoli. Sarebbe un cambiamento culturale e sociale».

Che cos’è l’app dei mercati?
«È una nostra trovata di cui vado molto fiero. Si tratta della prima applicazione che consente di far conoscere le diverse caratteristiche dei mercati ai cittadini e ai turisti. Dopotutto Torino è considerata “la regina dei mercati”. È un patrimonio che vogliamo valorizzare e far conoscere il più possibile».

Negozi di vicinato. Cosa sta facendo il Comune per combattere il fenomeno della “serranda abbassata”?
«Una delle ultime iniziative che abbiamo messo in campo è quella di “Torino compra vicino”. Si tratta di una iniziativa atta a promuovere tutti i negozi di vicinato di Torino, i quali potranno approfittare di questa possibilità promozionale. Stiamo preparando manifesti. Le do qualche numero».

Prego.
«A Torino abbiamo 19mila negozi, più circa 5mila tra bar e piccoli ristoranti. Per un totale di 25mila attività circa. Cosa abbiamo fatto? Di concerto con Ascom, Confesercenti e Camera di Commercio abbiamo dato vita a un Albo per raccontare la storia del commercio della nostra città. Non vogliamo in alcun modo che quel patrimonio vada persone e intendiamo dare aiuti concreti».

Come?
«Faremo bandi finalizzati a rifare insegne, dehors e quello che serve, sul modello di quanto abbiamo già fatto in via Po, tramite il progetto dei Distretti urbani del commercio».

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