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Bufera sull'auto

Stellantis, sindacati all'attacco: "Cacciate Tavares". Cosa farà John Elkann?

Dopo la causa intentata dagli azionisti, le accuse del leader dei lavoratori Usa. Le tensioni in Francia e il ruolo dello Stato

Bufera su Carlos Tavares: il CEO di Stellantis sotto attacco da sindacati e azionisti

Dopo la class action che lo porterà presumibilmente davanti al giudice, Carlos Tavares deve affrontare un'altra bufera. Dagli Stati Uniti e dalla Francia arrivano infatti attacchi frontali al ceo di Stellantis. In particolare il presidente dell'UAW, il sindacato dei lavoratori del settore automotive, Shawn Fain, dice chiaramente: "Il problema non sono i lavoratori, il problema è quest'uomo: Tavares. Le vendite sono in calo, i profitti altrettanto e gli stipendi degli amministratori sono molto, molto alti". 

Nel video, diffuso nei giorni scorsi, Fain usa la parola "rotten", ossia "marcio", nei confronti di Tavares. Si spiega che a nove mesi dall'inizio del nuovo contratto con la UAW, Stellantis non è riuscita a rispettare parti fondamentali del suo accordo e si è invece concentrata sugli aspetti sbagliati, danneggiando consumatori, concessionari, impiegati e lavoratori dell'auto. "Il problema non è il mercato automobilistico. GM e Ford stanno andando bene, mentre i profitti e le vendite di Stellantis sono crollati. Nel frattempo, il CEO di Stellantis Carlos Tavares si è dato un aumento del 56%, diventando il Ceo più pagato al mondo".

Negli Stati Uniti, dove ancora tarda la riapertura della fabbrica in Illinois (finanziata dall'amministrazione Biden), al momento devono fare i conti con i 2.450 licenziamenti a Detroit per il pensionamento del pick-up Ram 1500, mentre a Trenton devono fermare le linee per eccesso di produzione di motori. 

"Se un qualsiasi lavoratore dell'auto facesse un lavoro pessimo come quello del CEO di Stellantis Carlos Tavares, verrebbe licenziato", afferma il presidente della UAW Shawn Fain. "Stellantis punta al ribasso - spiega il sindacalista -, facendo salire i prezzi mentre taglia il personale in modo che dirigenti stranieri come Carlos Tavares possano avere una paga più alta. L'America ha investito in Stellantis. I lavoratori hanno investito in Stellantis. E i consumatori hanno investito in Stellantis. È tempo di un cambiamento, e questo inizia dall'uomo al vertice".

Parole che riecheggiano quelle pronunciate a giugno dai sindacati francesi, per lo stipendio da 36,5 milioni di Tavares:  "Vuole distruggere l'industria automobilistica in Francia per conseguire più profitti e arricchire gli azionisti, occorre una mobilitazione generale".

Di certo, ufficialmente, in Stellantis non esiste la minima intenzione di cambiare il ceo. Ma le tensioni in Francia devono far ricordare una cosa: che lo Stato è il terzo azionista del Gruppo e più volte ha criticato la retribuzione del Ceo. Se venissero chieste le dimissioni, che cosa potrebbe fare John Elkann, in qualità di primo azionista e presidente?

Una situazione complessa, in cui si inserisce la class action intentata da un gruppo di azionisti americani contro l'azienda, coinvolgendo lo stesso Tavares e la CFO Natalie Knight. Secondo la denuncia, depositata il 15 agosto al Tribunale federale di Manhattan, Stellantis "avrebbe gonfiato il prezzo delle sue azioni per gran parte del 2024, effettuando valutazioni estremamente positive su inventari, potere di determinazione dei prezzi, nuovi prodotti e margine operativo". Tutte accuse fermamente respinte, in una nota, da Stellantis.

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