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Finanza & Politica

Fondazione CRT: ecco le nuove regole per evitare il commissariamento. Basteranno?

La risposta all'ultimatum del Ministero. La soddisfazione della presidente Anna Maria Poggi, ma restano le inchieste giudiziarie

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Mai più patti occulti e conflitti di interesse. Così si sintetizza il nuovo corso della Fondazione CRT nel suo tentativo di evitare il commissariamento da parte del ministero delle Finanze. Oggi, il consiglio di indirizzo di Via XX Settembre ha approvato le nuove regole in materia di governance, statuto e regolamenti, così come indicato - imposto - dal Mef.

"La Fondazione ha dimostrato di avere una struttura solida. In un momento di difficoltà si sono messe da parte le opinioni personali e ognuno di noi ha guardato solo al bene della Fondazione - sono le parole della presidente, Anna Maria Poggi -. Spero che il compito che abbiamo fatto e la mole di lavoro, testimoniata dalla carta che manderemo a Roma, sia sufficiente". Risposte, quelle date al ministero, arrivate anche in anticipo rispetto all'ultimatum del dicastero di Giancarlo Giorgetti. Quando, poco tempo fa, si era invece richiesta una proroga (negata). Nel frattempo, alcuni consiglieri hanno dato le dimissioni dalla Fondazione o rinunciato agli incarichi nelle partecipate per cui si erano autonominati, vale a dire la pietra dello scandalo nella bufera che aveva portato alle dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona.

Le nuove regole sono state approvate senza alcun voto contrario con due sole astensioni. Poi da metà settembre il consiglio tornerà sulla questione della procedura da seguire per le nomine con il sistema delle terne e su altre questioni operative di importanza generale. "Nel nuovo statuto - racconta Poggi - è stato introdotto un intero articolo sul conflitto di interesse che finora non c'era. Abbiamo modificato il regolamento sul funzionamento degli organi e reso più rigorosi i criteri di professionalità e di competenze per entrare nella Fondazione, le incompatibilità. Abbiamo anche ridotto il compenso degli organi sia per il consiglio di indirizzo sia per il cda, abbiamo meglio definito le regole del compenso al presidente e al segretario generale, introdotto un tetto alle spese". Alla fine, scherza Poggi, "non vorrei creare un problema alle altre fondazioni perché abbiamo messo troppi paletti e magari saranno costrette a seguire questa strada".

In attesa di capire se il Mef riterrà sufficiente il tutto, oppure deciderà per il commissariamento, bisogna ricordare che sulla Fondazione ci sono ancora due inchieste distinte della magistratura torinese: una con dieci indagati per il famoso patto occulto, l'altra per corruzione che coinvolge proprio Palenzona.

"Sulla vicenda giudiziaria non posso fare niente, mi posso solo augurare che questa fase di indagini si chiuda più in fretta possibile. Prima si chiude e meglio è per tutti" è il commento della presidente Poggi.

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