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Ferrari, torna il sorriso. Intanto in Borsa doppia tutti (e John Elkann conta 16 miliardi)

Il terzo posto di Leclerc in Olanda rilancia la Rossa verso Monza. I segreti di un'annata finanziaria strepitosa

Ferrari, Formula 1 amara? In Borsa doppia tutti (e John Elkann conta 16 miliardi)

Charles Leclerc l'aveva detto alla vigilia "Il podio sarebbe un miracolo". E il miracolo è arrivato, non per grazia divina ma perché lui stesso l'ha fatto, con una gara strepitosa che l'ha portato al terzo posto nel Gran Premio d'Olanda, dietro Verstappen e il vincitore Lando Norris. Ottimi segnali in vista di Monza, casa della Ferrari, che attende aggiornamenti importanti per tornare a fare quello che invece riesce bene in ambito finanziario: vincere in Formula 1 così come vola e  vince in Borsa. E per gli azionisti, questo vale miliardi. 

Venerdì, alla chiusura della Borsa, il titolo Ferrari valeva 431 euro netti dopo una giornata, a detta degli analisti di Teleborsa, piuttosto piatta. Che non ha però impedito alla Rossa di volare fino a 435,50 ossia il nuovo massimo storico. E se consideriamo che, al listing del titolo a Piazza Affari in piena epoca Marchionne nel 2016 (dopo lo spin off da Fca, mentre il debutto vero e proprio era stato a New York l'anno prima), valeva 43 euro, possiamo parlare di cavalcata trionfale e inarrestabile.

Perché, almeno qui, la Rossa non si ferma. Solo ad agosto ha fatto segnare un +15%, mentre da inizio anno si arriva al 40%. Al momento la capitalizzazione è di oltre 83 miliardi di euro. Per fare un paragone, in Italia è seconda solo a Essilor Luxottica (che capitalizza 97 miliardi ma a Piazza Affari al momento è quotata a 214 euro ad azione, ossia meno della metà). E se facciamo i raffronti "in famiglia", ossia con Stellantis, quest'ultima sta lentamente risalendo a 14,9 capitalizzando 45 miliardi. 

Hanno ben ragione gli azionisti di sorridere, dunque, a partire da Pietro Ferrari il cui 10% vale ora 7,5 miliardi, per andare a quello di maggioranza Exor (con il 22%) ossia John Elkann, che conta già 16,5 miliardi. Con prospettive di crescita ulteriore, soprattutto dopo aver visto i conti della semestrale con una guidance che prevede a fine anno ricavi per 6,55 miliardi e un free cash flow oltre i 950 milioni. Con in aggiunta l'arrivo della prima Rossa full electric nel 2025

E il segreto non sta nelle prestazioni della Formula 1 che, da diverse stagioni, appannano un po' il prestigio del Cavallino, e neppure nell'ingaggio di Lewis Hamilton (per quanto, all'annuncio, il titolo abbia segnato una spinta discreta), bensì nella qualità dei modelli stradali. Oggi Ferrari non è, nell'ambiente finanziario, un costruttore di auto bensì un brand di extralusso. E là dove altri marchi patiscono la crisi dei mercati, la Rossa non accusa debolezze e anzi si rafforza come quality stock, anche più di realtà come Hermés

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