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La crisi dell'ex Fiat

Stellantis, Mirafiori riparte (dalla cassa integrazione). Ecco cosa succede da lunedì

Tremila lavoratori in contratto di solidarietà fino a dicembre. Sbarra (Cisl): "Sono 25mila quelli a rischio"

Stellantis, Mirafiori riparte (dalla cassa integrazione). Ecco cosa succede da lunedì

Vacanze alla fine per i lavoratori Stellantis di Mirafiori, anche quelle forzate. Dopo sette settimane di stop, infatti, lunedì Mirafiori riapre i battenti. E lo fa con i timori di nuova cassa integrazione. Di sicuro si riparte da dove si era rimasti: ossia dal fatto che per 3mila lavoratori dello stabilimento c’è il contratto di solidarietà (al 20%) fino a dicembre. E anche se i cancelli si riaprono lunedì, da quanto si sa la produzione della Fiat 500e riprenderà soltanto il 2 settembre e su un unico turno. La paura è che molti contratti di solidarietà possano trasformarsi in cassa integrazione. A meno che, in questi giorni, non arrivi una quantità di ordini tale da far aumentare la produzione.

Lavoratori e sindacati lo ritengono improbabile. Bastano le parole di Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, l’altro giorno al Meeting di Rimini: «Aspettiamo qualche segnale preciso da Stellantis, tirare troppo la corda è pericoloso. C’è sofferenza a Melfi, paura a Mirafiori e Cassino, c’è difficoltà a Pomigliano». Si chiede al Gruppo di presentare un progetto «chiaro» e di dare garanzie sugli occupati e sui modelli prodotti. «Se Tavares pensasse più alla produzione e meno ai suoi compensi sarebbe cosa gradita».

Tavares che, peraltro, in questi giorni era negli Stati Uniti per rivedere le strategie produttive, dopo il duro attacco dei sindacati locali e lo spettro di una class action portata avanti da alcuni azionisti. Qui in Italia abbiamo visto le polemiche e l’attacco del ministro Urso per lo stop al progetto della gigafactory Acc a Termoli. Ministro che ha insistito sul fatto che «noi abbiamo fatto la nostra parte, Stellantis no».

La risposta arrivata dal Gruppo è stata questa: «Stellantis rimane concentrata sull’esecuzione del piano per l’Italia per i prossimi anni, già comunicato ai partner sindacali, che include progetti importanti come quello per Mirafiori 2030». Il piano per l’Italia è quello esposto all’ultimo Tavolo per l’Automotive: quattro nuovi modelli da distribuire su tutti gli stabilimenti italiani, tra cui la Fiat 500 ibrida per Mirafiori, la cui produzione inizierà nel 2025. E forse anche una Maserati con motore termico, probabilmente la GranTurismo, anche questa assegnata a Mirafiori. In ogni caso, numeri limitati, sulla carta.
Certo, il riferimento al 2030 per Mirafiori rimanda all’unico piano conosciuto, quello del Mirafiori Automotive Park 2030 che comprende oltre alla produzione il Green Campus per la ricerca e lo sviluppo, le attività di design, il potenziamento dell’hub Sustainera per l’economia circolare, quello del nuovo reparto eDtc per le trasmissioni per auto ibride. Le operazioni per questa trasformazione sono già in atto e a settembre prenderanno il via anche altri lavori, tra cui quelli per il rifacimento della facciata della storia palazzina di corso Agnelli 200.

E se Urso continua a ripetere che «Tocca a Stellantis far ripartire l’auto» e che l’obiettivo è un milione o milione e mezzo di auto, anche con l’ausilio del nuovo produttore cinese in arrivo, i sindacati insistono perché a Torino possa esserci un secondo modello oltre la 500. Altrimenti «nel 2025 rischiamo di perdere 25mila posti di lavoro» ha dichiarato Sbarra, riferendosi alla situazione generale di Stellantis.

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