Cerca

Il ceo nella bufera

Pilota, ingegnere e contadino: chi è Tavares, il manager da 36 milioni di stipendio (che lascia a casa 15mila lavoratori)

Da tagliatore di teste ai pieni poteri in Stellantis. La missione in USA e il piano segreto che coinvolge Renault

Pilota, ingegnere e contadino: chi è Tavares, il manager da 36 milioni di stipendio (che lascia a casa 15mila lavoratori)

Quando è nata Stellantis, Carlos Tavares assieme al ruolo di ceo ha ottenuto i pieni poteri per la durata del suo contratto, ossia cinque anni. Nel 2025, quindi, come scriveva tempo fa Il Foglio, scadrà. E rinnovo oppure uscita dal Gruppo dipenderanno in gran parte dai risultati finanziari di fine anno, da quegli obiettivi di oltre 7 miliardi di dividendi promessi agli azionisti, una missione complicata, dopo l'ultima semestrale. Questo in un momento in cui, da più parti, si chiede la sua testa: dai sindacati americani, pronti ormai allo sciopero generale (per questa ragione, in settimana, si recherà a Detroit per preparare una nuova stragegia), alla politica francese che ritiene esagerato il suo stipendio, alla politica italiana, in particolare quella di governo. Ma chi è in realtà Carlos Tavares, il supermanager da 36 milioni di euro di stipendio? Un visionario? Un tagliatore di teste? 

Tagliati 47.500 lavoratori, 15mila a casa

Tagliatore di teste (e non solo) lo è di certo. Secondo i calcoli, dalla sua nascita Stellantis ha tagliato circa il 15,5% del personale fra licenziamenti, pensionamenti (senza nuove assunzioni) e esodi incentivati con cifre fino a 300mila euro per chi lascia il lavoro: significa 47.500 lavoratori fra dicembre 2019 e il 2023. E adesso, dopo le migliaia di uscite volontarie incentivate in Italia, con la necessità di far quadrare i conti e rimediare a errori di strategia (suoi, l'ha ammesso), si ricomincia: 2.500 lavoratori circa solo nello stabilimento del Michigan, mentre qui in Italia sono 3.500 gli esuberi stimati. Al calcolo aggiungiamo il ricorso agli ammortizzatori sociali: a Mirafiori ci sono un migliaio di lavoratori in contratto di solidarietà fino a fine anno e, a luglio, la maggior parte dei dipendenti è finita in "ferie forzate" per la chiusura anticipata dello stabilimento. Fra cassa integrazione, solidarietà e ferie, da Pomigliano a Melfi, Cassino, Atessa e Modena (la Maserati) arriviamo 10mila persone. In totale, in Italia sono 15mila, dunque, i lavoratori mandati a casa, temporaneamente o per sempre. 

Il destino di Mirafiori

Ma i tagli sono parte di una strategia, di cui in effetti lo accusano i sindacati americani, per ridurre i costi e massimizzare i profitti. La prima volta che mise piede a Torino, visitando lo stabilimento Maserati di Grugliasco (l'orgoglio di Sergio Marchionne, a parole) e poi Mirafiori, si chiese che senso avere due fabbriche di quelle dimensioni, sottolineando poi come entrambe costassero più di uno stabilimento omologo in Francia. Risultato: Grugliasco, intitolato all'Avvocato Agnelli, è stato chiuso e posto in vendita (e potrebbero arrivarci i cinesi di Dongfeng, ancora soci di Stellantis peraltro); Mirafiori si prepara a un cambio di pelle radicale che conosceremo probabilmente solo a settembre.

Maxi dividendi e il jet di Elkann

Per i primi anni la strategia, la stessa con cui aveva risanato Peugeot quando era alla testa di Psa, comunque, ha funzionato: i profitti (e i dividendi) sono aumentati e per questo Tavares ha un compenso nel 2023 di 36 milioni di euro (l'anno prima erano 23) fra paga base, premi, incentivi. Per dare una idea, John Elkann che è il presidente, di milioni di euro ne prende 4 (però poi, con Exor, incassa i dividendi). Contro il suo stipendio si erano mossi, nell'ordine, la politica francese (lo Stato è il terzo azionista di Stellantis), gli analisti finanziari che controllano i bilanci del Gruppo (e per inciso, hanno anche contestato l'uso del jet aziendale per scopi privati dato come benefit a John Elkann) e adesso quasi l'intero gruppo di Fratelli d'Italia in Parlamento. 

Il piano: la fusione con Renault

Ma Carlos Tavares ha sempre avuto stipendi ben più alti della media dei suoi colleghi. Per dire: Luca De Meo, alla guida di Renault, di milioni ne prende 5. Alla pari degli omologhi in Mercedes e Volkswagen. Benedetto Vigna, in Ferrari, è fra i 6 e i 7 milioni di euro l'anno. Tavares, dopo aver lavorato in Nissan, anche in Renault - da cui si è dovuto dimettere per eccesso di ambizione che l'ha posto in contrasto con il boss - era già sui 12. E si dice che la sua ambizione sia tornarci in Renault, ma non per lasciare Stellantis: le voci del settore dicono che vorrebbe la fusione fra Stellantis e Renault (vendendo Chrysler ai cinesi) in un maxigruppo globale. Fusione che, per il momento, John Elkann ha smentito.

Pilota, ingegnere e agricoltore

Sessantasei anni, portoghese di nascita e francese di formazione (la madre era insegnante di francese, il padre lavorava per una assicurazione parigina), al punto di essersi trasferito in Francia a 17 anni per studiare al Lycée Pierre de Fermat di Tolosa, laureandosi poi ingegneria all'Ecole Centrale di Parigi, Carlos Antunes Tavares vive prevalentemente in Portogallo dove ha una fattoria in cui coltiva olive e produce vino Porto. Non fuma, dorme poco e si dedica molto all'attività sportiva. Sposato e padre di tre figlie (nonno di quattro nipoti), è anche un pilota. Una passione nata a 14 anni, vedendo le gare all'Estoril, e proseguita in pista: la sua prima auto da gara è stata un'Alfasud Sprint del 1978. Ha partecipato al Rally di Montecarlo su una Lancia Stratos, ha vinto la classe A2 della 24 Ore di Barcellona con una Peugeot RCZ Cup, e colleziona auto d'epoca. Ha una propria scuderia, la Clementeam Racing, dal nome della prima delle tre figlie, Clementine.

Una (grossa) macchina da riparare

Sostiene di saper riconoscere un'auto dal rumore del motore e di saperle anche riparare. Al momento ha un'auto piuttosto grossa da riparare e si chiama Fiat, in particolare per Mirafiori. La sua svolta elettrica, quella idea di mobilità globale e democratica e pulita per tutti al momento sembra non funzionare. Almeno per la 500e (per questo ha dovuto arrendersi all'idea di far debuttare una ibrida, da fine anno) e la Maserati che aveva detto di voler rilanciare. Perché invece Peugeot va alla grande, considerando che la nuova E-3008 ha raccolto 50mila ordini in due mesi. E con Fiat ci sono gli altri brand. Insomma, una macchina piuttosto grossa da riparare: e togliere pezzi potrebbe non bastare.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.