Cerca

Il futuro dell'automotive

Stellantis, c'è il piano Mirafiori 2030. I sindacati: "In fabbrica c'è paura"

La risposta del Gruppo all'ultimatum del ministro Urso che attacca Carlos Tavares. Dal 2 settembre si riparte su un solo turno

Stellantis, c'è  il piano Mirafiori 2030. I sindacati: "In fabbrica c'è paura"

Il 2030. E' questa la data per il nuovo volto di Mirafiori, per una rivoluzione che potrebbe però cominciare presto. Almeno dovendo interpretare le parole che arrivano dai vertici di Stellantis, quelle con cui ieri hanno risposto - dopo le molte polemiche dei giorni scorsi - alle affermazioni del ministro Adolfo Urso al Meeting di Rimini, ribadendo il Piano per l'Italia. Anche se da parte sindacale si dice che "a Mirafiori c'è paura". Che intanto, da lunedì, riaprirà i battenti.

"Stellantis rimane concentrata sull'esecuzione del piano per l'Italia per i prossimi anni, già comunicato ai partner sindacali, che include progetti importanti come quello per Mirafiori 2030" è l'affermazione arrivata nella serata, tramite un portavoce del Gruppo. Una risposta - almeno parziale - a quello che pareva un (altro) ultimatum del governo a Stellantis. Il ministro dell'Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, al Meeting di Rimini, non ha usato mezzi termini: "Adesso Stellantis deve dare delle risposte. E deve darle a breve. Altrimenti...". Altrimenti, è la sintesi, addio soldi.

Il discorso del ministro partiva dalla gigafactory Acc di Termoli, la maxi fabbrica di batterie che il gruppo di John Elkann porta avanti con Mercedes e la Saft, società di Total Energies, nell'ambito di un piano da 7 miliardi di euro a livello europeo. E che per quanto riguarda l'Italia consiste in un investimento (per ora) di 400 milioni di euro con la garanzia dello Stato tramite la Sace. Ma per ora Stellantis ha messo in stand by (non che Mercedes si sia opposta) la realizzazione di Acc, in attesa di capire come cambierà la politica dell'Unione Europea sulla transizione elettrica e, parole del ceo Carlos Tavares, se sia possibile studiare nuove formule chimiche per batterie più economiche. 

E il ministro Urso, che pure all'ultimo Tavolo sull'Automotive aveva incassato le "garanzie" dei rappresentanti Stellantis (quattro modelli per l'Italia, tutti già noti e annunciati, peraltro) senza battere ciglio, adesso sceglie la via dura. "Abbiamo fatto un piano incentivi da un miliardo" rivendica e aggiunge: "Stellantis deve dare una risposta e a breve. Se non ci risponde sulla Gigafactory a Termoli, le risorse destinate, provenienti dal Pnrr, saranno dirottate altrove".

La risposta è contenuta nella medesima nota. Stellantis "attualmente sta potenziando il progetto della Gigafactory, oltre a quella in Germania, al fine di introdurre una nuova tecnologia per la produzione di celle e moduli, in modo da essere in linea con l'evoluzione del mercato".

Ma nella giornata il discorso è andato,  per forza di cose, sulla produzione automobilistica. Per Urso l'obiettivo è sempre quel milione o milione e mezzo di veicoli prodotti in Italia, a costo di affidarsi a un secondo produttore - sono tre quelli cinesi con cui è "in trattativa" - che "possa fornire quella varietà di modelli che il mercato richiede" e possibilmente low cost. Anche se, per gli analisti, ci sono molti dubbi che, al momento, il mercato italiano possa assorbire un numero così alto di veicoli.

"Io penso che il compenso dei manager dovrebbe essere commisurato non soltanto ai dividendi degli azionisti, ma anche alla sostenibilità sociale del Paese, agli occupati che impiega" ha detto ancora Urso, riferendosi alle recenti polemiche sul compenso da 36 milioni di euro per Carlos Tavares - che in questi giorni è nel mirino dei sindacati USA e di alcuni azionisti ma anche della politica - mentre 15mila lavoratori sono a casa o rischiano di andarci (e proprio ieri il Gruppo ha annunciato nuova cassa integrazione, fino al 22 settembre, ad Atessa).

Non sono un caso, quindi, le parole sempre da Rimini di  Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl: "Aspettiamo qualche segnale preciso da Stellantis, tirare troppo la corda è pericoloso. C'è sofferenza a Melfi, paura a Mirafiori e Cassino, c'è difficoltà a Pomigliano". La richiesta al Gruppo è di presentare un progetto "chiaro" di visione industriale e dare garanzie sugli occupati e sui modelli prodotti. "Se Tavares pensasse più alla produzione e meno ai suoi compensi sarebbe cosa gradita". La richiesta al governo è invece di "accelerare" sull'accordo trilaterale, perché "incertezza e silenzio non sono più tollerabili. Mentre il medico studia, il malato rischia di morire". 

I timori dei sindacati partono quindi da Mirafiori, che si appresta a terminare il periodo di ferie (prolungato con due settimane già a luglio) e aspetta di capire cosa accadrà alla ripresa del lavoro. Dopo cassa integrazione e contratti di solidarietà, la produzione della Fiat 500e - in attesa della versione ibrida, a fine 2025 - riprenderà a pieno ritmo? Di certo dovrebbe continuare a lavorare con una certa continuità il reparto delle trasmissioni ibride. Lunedì lo storico stabilimento riaprirà, ma la produzione ripartirà solo dal 2 settembre e, stando  a quanto si apprende, su un turno solo.

La risposta rimane in quel piano per il 2030, il Mirafiori Automotive Park 2030, che oltre alla produzione industriale prevede la realizzazione del Green Campus, già in atto, il potenziamento delle attività di design, progettazione e implementazione delle nuove tecnologie, dall'AI alla guida autonoma. Un futuro che ancora non convince i sindacati, preoccupati dall'impatto sull'occupazione. Per garantire la quale - assieme a quella dell'indotto - si continua a richiedere "un secondo modello". Fosse anche una Leapmotor, il partner cinese, i cui modelli proprio nei giorni scorsi sono stati visti attorno a Mirafiori, impegnati n una serie di test in vista della imminente commercializzazione in Italia. E forse anche per una parte della produzione?

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.