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I guai dell'ex Fiat

A Mirafiori si lavorerà "a chiamata". E il ministro convoca Stellantis

I timori fra contratto di solidarietà fino a dicembre e i dubbi sulla ripresa della Fiat 500e

A Mirafiori si lavorerà "a chiamata". E il ministro convoca Stellantis

Mentre in Corea del Sud, al Future Mobility Forum di Gwangju, si parlava con Stellantis e il sindaco Stefano Lo Russo dell’hub dell’economia circolare Sustainera, dell’occasione per la nuova vita di Mirafiori (assieme alla Fiat 500 ibrida) frutto anche di quella «concordia istituzionale» fra Comune e Regione, e del "modello Corea" per l'Italia, Mirafiori aspetta e si interroga non sul futuro, ma sul domani.

In corso Settembrini e corso Tazzoli, infatti, lunedì hanno riaperto i cancelli, ma la produzione non è ancora ripartita. Tanto che la maggior parte degli operai è rimasta a casa, proseguendo quelle sette settimane fra ferie “forzate” e il normale periodo estivo. Per ora sono stati riavviati gli impianti e lunedì 2 settembre la linea della Fiat 500e dovrebbe ripartire, su un solo turno. Anche se molto dipenderà dagli ordinativi.

Questi però sono anche i giorni in cui, dopo la cassa integrazione, comincia il contratto di solidarietà per i 3.200 lavoratori di Mirafiori, che durerà fino a dicembre se non interverranno altre decisioni. «Il 2 settembre, quando ci sarà la ripartenza, se qualcuno pensa che sarà per tutti non ha capito dove ci troviamo» ha detto Luigi Paone, segretario della Uilm al TgR. Perché, in pratica, tutti i lavoratori diventano “a chiamata”, ossia il numero di addetti alle linee verrà deciso settimanalmente, alternando gli operai, sulla base delle necessità produttive. Tradotto poi in termini pratici, significa riduzione dello stipendio fra il 20 e il 30%.

Oltretutto non fa ben sperare il “bentornato” degli operai di Pomigliano, dove pure la Fiat Pandina si vende bene, al punto da aumentare la produzione. Non così per la linea Alfa Romeo, con Stellantis che ha richiesto alcuni giorni di cassa integrazione.
Nel frattempo, il Mimit ha convocato Stellantis a Roma il 17 settembre: sul tavolo la questione della gigafactory Acc a Termoli, progetto (cofinanziato dallo Stato tramite garanzia Sace) che Stellantis pare aver messo in stand by in attesa degli sviluppi per il mercato dell’elettrico.

Nei giorni scorsi, Carlos Tavares è volato a Detroit, sede della Chrysler, dove ha avuto un incontro con John Elkann per affrontare anche i problemi oltreoceano del gruppo: dall’attacco dei sindacati che minacciano lo sciopero generale alla class action contro il ceo intentata da alcuni azionisti. Mentre Frank Rhodes Jr, pronipote del fondatore di Chrysler, ha lanciato un appello per la vendita del marchio, un appello agli investitori per una nuova corporation, con i lavoratori come comproprietari.

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