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La crisi dell'auto
20 Settembre 2024 - 13:00
La parola "sciopero" non viene ancora pronunciata ufficialmente, tantomeno quello generale. Ma tra i lavoratori l'opzione rimbalza continuamente. Fim, Fiom e Uilm annunceranno, martedì 24 settembre, in una conferenza stampa, iniziative di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera automotive.
All'appuntamento interverranno Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl, Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Rocco Palombella, segretario generale Uilm. "La situazione del settore automotive in Italia e in Europa è sempre più critica e, in assenza di una netta inversione di direzione, si rischiano effetti industriali e occupazionali senza precedenti", spiegano i tre sindacati. Senza però anticipare in cosa consisterà questa mobilitazione.
E' probabile che le iniziative possano essere decise più chiaramente dopo una serie di incontri e valutazioni, comprese quelle relative alle azioni di Stellantis per mantenere l'operatività ampliata di Mirafiori, dove la linea produttiva della Fiat 500e è ferma, ma prosegue a pieno ritmo l'attività dei cambi eDct e, notizia di questi giorni, parte dei lavoratori delle Carrozzerie stanno lavorando alla messa a punto dei suv C10 del partner cinese Leapmotor.
"Di fronte a un tavolo automotive che ha peggiorato la situazione, stabilimenti quasi fermi, una produzione al minimo storico e record di cassa integrazione, il disimpegno di Stellantis dall'Italia, con l'assenza di modelli in grado di garantire l'occupazione, lo stop al progetto della Gigafactory di Termoli, la mancanza di commesse alle imprese della componentistica, non è più rinviabile una grande mobilitazione unitaria che coinvolga i lavoratori di Stellantis e di tutta la filiera" spiega la Uilm nel documento del coordinamento nazionale di Stellantis.
"Stellantis e il governo - prosegue - hanno gravi responsabilità e il loro scontro potrebbe fare 200mila vittime e sancire la fine di un intero settore che rappresenta la spina dorsale dell'industria ed economia nazionale. Non reputiamo credibile l'ipotesi di trovare una soluzione a tutti i problemi attraverso l'arrivo di un investitore cinese, che potrebbe costituire una opportunità solo se portasse nuove produzioni e non certo se si sostituisse agli attuali produttori - prosegue la nota - per questi motivi continueremo a cercare interlocuzioni con tutti coloro che, a iniziare dalle amministrazioni regionali, hanno a cuore come noi la salvaguardia del lavoro e dell'industria".
La sintesi di quello che chiedono tutti i sindacati: il cambio di strategia (sull’elettrico) di Stellantis, la produzione in Italia di modelli di grande diffusione, ammesso e non concesso che il mercato sia in grado di assorbirli.
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