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L'ANALISI
19 Settembre 2024 - 12:10
Diecimila lavoratori in ginocchio, con un futuro incerto legato al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. Il doppio, quelli che potrebbero perdere il lavoro nei prossimi anni. È questa la dura realtà che emerge dai dati raccolti dalla Fim Cisl del Piemonte, secondo cui il settore metalmeccanico rischia di perdere circa 10mila posti di lavoro, con l’automotive in prima linea. Tra le aziende maggiormente coinvolte, spiccano Stellantis e gli stabilimenti dell’Ilva di Novi Ligure e Racconigi, dove sono in bilico oltre un migliaio di addetti.
Appello a Cirio
«Chiediamo al presidente Cirio di aprire al più presto il tavolo sugli ammortizzatori sociali da lui annunciato e di confrontarsi con il sindacato su un piano straordinario di formazione per supportare la trasformazione in atto» ha sottolineato Luca Caretti, segretario generale della Cisl Piemonte. «Il fattore tempo è decisivo per affrontare i problemi legati al mondo del lavoro piemontese, soprattutto nel comparto automotive e siderurgico. Mirafiori, in particolare, continua a ridurre gli organici, in attesa della nuova 500 ibrida, prevista per il 2026». L’appello di Caretti è stato lanciato durante l’assemblea della Cisl Piemonte. L’incontro ha affrontato i temi caldi dell’agenda sindacale, tra cui le vertenze aperte in regione - Mirafiori, Sfc Solutions, Barry Callebaut - il tavolo nazionale sull’automotive e Stellantis, e l’avvio del percorso congressuale regionale.
Torino (in)cassa
I numeri parlano chiaro. Secondo la Fim Cisl Piemonte, oltre 6mila lavoratori metalmeccanici sono già in cassa integrazione in 25 aziende, escludendo il gruppo Stellantis. La provincia di Torino guida con 2.440 lavoratori coinvolti, seguita da Alessandria e Asti con 1.910 addetti, tra cui 630 dipendenti Ilva. Anche le province di Cuneo e Piemonte Orientale non sono esenti dalla crisi, con rispettivamente 1.473 e 340 lavoratori in cassa integrazione.
Il declino di Mirafiori
A Mirafiori, la situazione è allarmante ed è andata peggiorando negli ultimi mesi, tra prepensionamenti e ricorso agli ammortizzatori sociali. Quasi 3mila lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria. Gli organici, che negli anni ’80 contavano oltre 36mila unità, sono scesi a 10mila nel 2022, con una continua riduzione dei volumi produttivi. Attualmente, si producono solo la 500 elettrica e due modelli Maserati, ma in numeri ridotti. Le aspettative per una ripresa, con la nuova 500 Bev, sembrano lontane, e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è sempre più diffuso.
Crisi dell’automotive
L’automotive, settore chiave dell’economia piemontese con 730 imprese e 56mila addetti, è forse il comparto che rischia maggiormente. Le stime dell’Anfia stimano tra 18mila e 20mila posti a rischio nei prossimi anni, a causa della riduzione della produzione e della trasformazione tecnologica. Tra i casi emblematici, si segnalano la Lear, fornitore di sedili Maserati, che conta 390 lavoratori a rischio, e la Sfc Solutions di Ciriè, che ha annunciato un periodo di cassa integrazione per i suoi 317 addetti. Anche lo “spin off” di Comau, che potrebbe passare sotto il controllo del fondo americano One Equity Partners, desta preoccupazione. Stellantis ha rassicurato, ma i sindacati restano vigili, chiedendo l’attivazione della Golden Power per proteggere un’azienda storicamente legata al territorio.
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