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LA GUERRA DELL'AUTO
12 Settembre 2024 - 18:15
«Torino è la capitale, il cuore dell’industria europea dell’automobile e vanta una profonda tradizione nella produzione. Sono emozionato nel sentire questa cultura così profonda intorno a me». Parola di Ma Lei, il general manager di Dongfeng Motors alla vigilia dell’inaugurazione del Salone dell’Auto. Così mentre Stellantis mette in cassa integrazione gli operai e annuncia di portare giusto il “catalogo” in fiera, sembra che la Cina voglia piantare così la prima bandierina. Almeno per vendere i propri autoveicoli, con un primo concessionario a Moncalieri insieme ad altri punti vendita in Europa. Saranno 114 entro il 2024, 160 entro il 2025. Forse, ma in futuro non troppo prossimo, potrebbe arrivare anche la produzione.
«È presto per parlare di uno stabilimento in Europa. Molti ce lo chiedono ma prima dobbiamo capire meglio la situazione anche dal punto di vista dei clienti. La produzione è solo una parte della ricetta per soddisfare le necessità dei clienti. Ma prima bisogna pensare a far conoscere marchi e alla loro distribuzione» aggiunge Ma Lei. «Abbiamo avuto poco tempo per ora per farci una prima idea» ha aggiunto a proposito della visita a Torino, rispondendo a chi gli chiedeva se avessero visitato dei papabili siti per un investimento in Italia. Secondo il direttore generale di Donfeng Italia, Massimo Alesi, «tutte le aziende cinesi stanno cercando di produrre qui. Probabilmente anche noi già ai piani alti stiamo vedendo cosa succede».
Donfeng, 12 miliardi di fatturato, proprietà al 100% del governo cinese con sede a Wuhan, intanto ha puntato su Torino aprire per il primo concessionario pilota d’Europa, lunedì prossimo, grazie ad una collaborazione con il gruppo Spazio che, comunque, manterrà anche gli altri marchi. Presto, dunque, per capire se anche gli stabilimenti arriveranno in Europa, meglio ancora, in Piemonte dove sono stati condotti i primi sopralluoghi di almeno due aziende orientali. «In Europa le nostre vendite sono intorno alle 10mila unità, una cifra molto importante. Ma la cosa più importante è che abbiamo avuto feedback positivi, i clienti hanno accettato il nostro prodotto. Arriveremo presto a 20mila o 30mila unità, soprattutto quando presenteremo altri prodotti e quando avremo una nuova capacità di assistenza e di ricambi, con un primo stabilimento a Venlo, nei Paesi Bassi. Questo per smentire l’impressione che alcuni hanno che i cinesi vendono le auto ma che poi non ci sono i ricambi».
Si apre con queste premesse, dunque, la prestigiosa vetrina da cui intravedere il futuro dell’automobile a Torino, con la Cina che già bussa alle porte della città. A ventiquattro ore dal “taglio del nastro” del Salone dell’Auto a cui, questa mattina, parteciperà anche il vicepremier Matteo Salvini. La giornata di oggi, vedrà ai nastri di partenza un evento per cui sono previsti oltre 500mila visitatori oltre a 43 case automobilistiche ospiti, più di 150 veicoli esposti, anteprime d’ogni genere tra prototipi e modelli sportivi, incorniciate da un ricco programma “off” di feste e incontri per gli appassionati, fino a domenica. Per il pubblico, anche l’occasione di iscriversi alle prove di Byd, Nissan, Omoda, Tesla, Xev in piazza Carlo Felice, Lotus, Nissan e Polestar.
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