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Storie di imprenditori

Steve's e Azimut, così la startup torinese delle sneacker sale in yacht

L'idea dei fratelli Giulia e Filippo Gandini: "Le nostre scarpe ecosostenibili nel segno del Made in Italy"

Steve's e Azimut, così la startup torinese delle sneacker sale in yacht

Luxury e fashion, possibilmente in chiave eco-sostenibile. Possiamo anche vedere così l'avventura di due fratelli torinesi e della loro startup di calzature che adesso ha stretto un accordo con il colosso degli yacht di lusso made in Italy (anzi in Piemonte), ossia la Azimut. E ora parte una raccolta fondi, con obiettivo 300mila euro.

La startup è quella del brand Steve's, fondata dai fratelli Filippo e Giulia Gandini. In quindici mesi di attività, Steve's conta qualcosa come 500 paia di sneacker vendute. Calzature ecosostenibili, spiegano i due, realizzate con componenti innovativi come AppleSkin (alternativa alla pelle animale, realizzata utilizzando gli scarti delle mele dell'industria alimentare) e velluto upcycled, che combinano avanzi della produzione alimentare e della moda italiana, riducendo significativamente l'impatto ambientale.

“Abbiamo sentito la mancanza di un brand che rappresentasse davvero chi siamo: giovani professionisti e lavoratori che cercano prodotti di qualità senza compromessi, a un prezzo giusto e senza dimenticarci dell’impatto di ogni nostra scelta sul Pianeta in cui viviamo. Il nostro obiettivo è ambizioso: diventare il punto di riferimento del made in Italy sostenibile nell’ambito calzaturiero" spiegano Filippo e Giulia.

L'accordo con Azimut prevede la fornitura e personalizzazione delle sneacker, un tocco di fashion per gli yacht di lusso realizzati ad Avigliana. I fratelli Gandini, inoltre nei prossimi mesi intendono aprire due flagship store e raggiungere "i migliori negozi delle principali città italiane". Per fare questo è stata lanciata una campagna di crowfunding su Mamacrowd con obiettivo 300mila euro. "Con questa campagna, non cerchiamo solo finanziamenti, ma partner che condividano la nostra visione di un futuro più sostenibile per l'industria della moda” affermano Filippo e Giulia.

 

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