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Il caso

Il “giardinetto fantasma” da dodici anni: «Interventi coatti contro l’abbandono»

Torna a far discutere l’area verde di via Col di Lana in bilico tra privati e Comune

Il “giardinetto fantasma” da dodici anni

Il “giardinetto fantasma” da dodici anni

Il “giardinetto fantasma” di via Col di Lana torna a far discutere, a parlare sono i cittadini che lamentano una situazione di degrado ormai fuori controllo. La cronologia dei fatti, negli anni, è stata raccolta dal consigliere di circoscrizione Stefano Bolognesi, firmatario del consiglio riunito mercoledì 25 settembre per discutere nuovamente della faccenda. Il giardinetto che per molti anni è stato un luogo di ritrovo per bambini e adulti, nel 2012 ha cambiato volto diventando effettivamente un vero e proprio cantiere privato.

Per quanto surreale, infatti, l’appezzamento è risultato dal punto di vista patrimoniale proprietà privata. In questo luogo il proprietario, dopo aver ottenuto il permesso necessario, ha intrapreso i lavori di costruzione di un box auto. In verità però, il cantiere è rimasto abbandonato a sé stesso, accumulando rifiuti di ogni genere e acquisendo progressivamente sempre più le sembianze di una discarica. Per chiudere il quadro di questa situazione già particolarmente nebulosa, è necessario aggiungere un altro elemento.

Il giardinetto, fino a qualche anno fa ospitava 18 alberi, collocati nell’area verde dalla pubblica amministrazione. Le piante avevano circa quarant’anni di vita quando sono state abbattute senza che alcun ente pubblico fosse informato della potatura. Il valore complessivo degli alberi ammonterebbe a 21 mila euro, soldi che non sono mai tornati nelle casse comunali. Ha provato ad intervenire anche l’Asl, senza riscontrare però le condizioni necessarie per stabilire l’emergenza sanitaria e procedere con l’esproprio della proprietà.

«Abbiamo rimosso gli allestimenti di cantiere ma non siamo riusciti a fare altro.» commenta Tiziana Scavino responsabile del dipartimento urbanistica ed edilizia privata. Infatti, fino ad ora, i proprietari se la sono cavata legalmente pagando l’irrisoria sanzione di 167 euro.

«L’amministrazione ha l’obbligo di intervenire per questioni di sicurezza oltre che di decoro» afferma il consigliere comunale Di Benedictis, accennando anche alla possibilità di richiede ulteriori chiarimenti alla corte dei conti per stabilire con più precisione a chi appartenga il terreno. Al consiglio di circoscrizione è emersa una possibile soluzione al problema che ormai perdura da ben dodici anni. Sembrerebbe che secondo il regolamento dell’edilizia privata, qualora un proprietario non conservi con la giusta cura il proprio terreno, sia possibile per il comune intervenire e adempiere al compito. Sarà poi dovere del proprietario pagare al comune il corrispettivo necessario impiegato per restituire alla proprietà il giusto decoro.

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