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IL FATTO
05 Ottobre 2024 - 11:19
Stop ai cortei pro-Palestina sotto la Mole. Una decisione presa ancora prima dei fatti di Roma, con la manifestazione pro Pal degenerata in guerriglia. Il nuovo questore di Torino, Paolo Sirna, ha parlato chiaro: la manifestazione si potrà fare, ma non domani e solo in forma statica. Perché proprio un anno fa, il 7 ottobre, l’attacco di Hamas contro Israele aveva segnato uno dei momenti più drammatici del conflitto.
Nella sua nota, la questura spiega che questa giornata porta con sé un carico emotivo e simbolico troppo grande. Le immagini di vittime innocenti, rapimenti e vite spezzate sono ancora fresche nella memoria collettiva, e Torino non può permettersi che una manifestazione legata alla Palestina, in quella stessa data, si trasformi in qualcosa di pericoloso. «In una data così fortemente simbolica - spiega la questura - non può escludersi che i manifestanti possano essere indotti a compiere azioni lesive e contrarie all'ordine pubblico».
E allora la questura ha preso una decisione: sì alla manifestazione, ma in un’altra data e, soprattutto, ferma, statica. Niente cortei, niente spostamenti. Il timore di tensioni o scontri è troppo grande.
Ma dal coordinamento Torino per Gaza replicano parlando di «politica antidemocratica, incostituzionale» e rilasciano una nota in cui dichiarano di rivendicare «il diritto a manifestare». Possibile, quindi, che i manifestanti sfidino il divieto.
In serata, intanto, un centinaio di persone si sono ritrovate in piazza Vittorio per chiedere il cessate il fuoco in Medio Oriente. La manifestazione era organizzata dall'associazione studenti libanesi. Una fiaccolata pacifica per dire lo stop ai bombardamenti. «Siamo preoccupati per le notizie che arrivano dal Libano - ha spiegato uno studente - e la mia famiglia è dovuta fuggire, lasciando ogni cosa. La speranza è che Italia ed Europa facciano qualcosa per fermare questa guerra».
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