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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA
07 Ottobre 2024 - 08:00
Carlton Myers
Incontriamo Carlton Myers (192 cm di altezza per 91 kg) in occasione della conferenza stampa di presentazione delle Final Eight di Torino. «All’inizio ero scettico all’idea di fare il torneo in questa città, ma poi mi sono dovuto ricredere».
Carlton, cosa non la convinceva di Torino?
«In passato si è sempre cercato di portare questa manifestazione in città che avessero una forte tradizione legata al mondo del basket. Penso a Bologna e a Treviso, ad esempio. Torino fondamentalmente non ha una tradizione cestistica. È molto più legata al mondo del calcio. È stata una scommessa».
Vinta?
«Assolutamente sì. Sono state superate le aspettative. Abbiamo notato che circa il 50% degli spettatori erano torinesi. È un dato importante. Non avendo giocatori con nomi di grande richiamo, alla Michael Jordan per intenderci, diventa fondamentale quello che fa la Lega, insieme al territorio e alle aziende».
Qual è la ricetta per un evento che funziona?
«Sono importanti sicuramente le squadre che partecipano, i nomi dei giocatori che fanno la differenza e suscitano interesse nel pubblico e poi, lo ribadisco, la sinergia tra territorio aziende e Lega».
Secondo lei le Final Eight potrebbero restare qui a Torino?
«Fosse per me farei un quinquennale a Torino. E solleciterei il territorio in questo senso».
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Quanto manca una piazza come Torino in Serie A1?
«Manca tanto. I torinesi sono di bocca buona»
In che senso?
«Siamo d’accordo che una squadra in serie minore, che sia di basket o di calcio, non è molto appetibile? Invece avete dimostrato che con un grande evento accorrette in massa. Quindi una squadra in A1 speriamo arrivi presto a Torino. Così come speriamo torni presto a Pesaro. Non me ne vogliano le altre squadre che militano in A2, ma il basket ha bisogno di questo. Oltre che di risultati a livello internazionale».
Molti giovani si sono avvicinati al basket.
«L’età media degli spettatori delle Final Eight dello scorso anno è stata di 36 anni. Mi paiono dati molto positivi».
Chi vince lo scudetto quest’anno? Si uscirà dallo schema Bologna-Milano?
«Io non vedo un’altra contendente, obiettivamente. La dovrei inventare. Sulla carta Milano e Bologna sono le squadre che la fanno da padrona».
La Coppa Italia ha premiato Brescia e Napoli nelle ultime due edizioni. C’è ancora spazio per un outsider?
«Sì, come dico spesso, il fato che ci sia una partita secca motiva e dà la possibilità alle altre squadre poco accreditate di approfittare dell’occasione per portare a casa un trofeo. Mentre quelli che dovrebbero vincere sono un po’ più sotto pressione».
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