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CURIOSITA'

E vissero, in molti, single e contenti

Tra i giovani, la paura di restare soli ha addirittura un nome: anuptafobia. Le famiglie tradizionali calano, mentre aumentano le case con un solo cognome sul campanello

E vissero, in molti, single e contenti

Italia, paese di santi, navigatori... e single. Il boom dei cuori solitari non è un dato da reality, ma una tendenza sociale sempre più evidente. Se una volta il celibato era considerato un’anomalia o un fallimento personale, oggi in molti rivendicano questa condizione come una scelta consapevole e – soprattutto – libera da stereotipi. Eppure, tra coloro che rivendicano l’indipendenza sentimentale, si insinua una nuova paura che ha radici profonde: l’anuptafobia, il terrore di restare soli. Non a caso, la terapia di coppia, anche in assenza di una coppia, sta spopolando.  Secondo gli ultimi dati Istat, i single sono in crescita. Nel 2023, il 39% delle famiglie italiane è composto da una sola persona, un aumento esponenziale rispetto agli anni Novanta, quando questa cifra si attestava intorno al 20%.

L'anuptafobia non è solo la paura della solitudine, ma il timore di rimanere "invisibili" in un mondo dove l'amore e la coppia, con tutta la loro patina social, sembrano rimanere un valore assoluto. E così, il fenomeno del ghosting, del dating online e delle "relazioni usa e getta" sembra aver fatto il suo corso: sempre più italiani, tra i 30 e i 50 anni, si rivolgono a psicologi e terapeuti per vincere la paura di restare single. Il paradosso è evidente: ci si affolla attorno al concetto di libertà individuale per poi cadere in una nuova prigione emotiva.

Guardando alle statistiche, i single non sono più una “categoria a parte”: sono una forza sociale, un dato costante in crescita. Rispetto agli anni passati, il numero dei divorzi è aumentato del 30% solo negli ultimi dieci anni, con una popolazione che non considera più il matrimonio un passo imprescindibile per una vita piena. Così, mentre la società si evolve, la paura di non trovare qualcuno con cui condividere la vita diventa l’ennesima contraddizione di un’epoca che ha fatto dell’individualismo il proprio mantra.

Se la solitudine è, per alcuni, una scelta e per altri un destino, non c'è dubbio che il tema sollevi domande profonde su cosa voglia dire oggi essere davvero felici. E mentre l’Italia si scopre più single e meno ansiosa di legami definitivi, rimane ancora una sottile ma potente pressione sociale verso la coppia. Ma, in fondo, una relazione non è più una risposta universale: il Paese in cui vivere da soli non è più un tabù sta finalmente cambiando, con single sempre più consapevoli che – magari – non serve proprio un’anima gemella per sentirsi completi.

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