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La crisi dell'indotto
05 Novembre 2024 - 08:30
È finita anche la storia dell'ultimo tassello del Polo del Lusso di Torino. Dopo lo stabilimento Maserati, dismesso e messo in vendita da Stellantis, la crisi irreversibile della Lear, ora bisogna prendere atto anche della chiusura di fatto della Proma, sempre a Grugliasco, a due passi dalle altre realtà. Tra cassa integrazione e trasferimenti, è partita la corsa dei dipendenti in compenso: quella alle dimissioni, incentivate dall'azienda.
Della chiusura della Proma a Grugliasco si sapeva dalla scorsa primavera, quando si era ipotizzato un periodo di cassa integrazione per tutto aprile e poi trasferimenti per i 110 dipendenti. Lo stabilimento, che si trova in via Alfieri Maserati - non a caso - fa parte del Proma Group, realtà ramificata in tutto il mondo per i componenti automotive. Nel Torinese, in particolare, si fanno sedili. E Grugliasco produceva, come la Lear, per Maserati. Venuto meno lo stabilimento, di fatto ridotta ai minimi termini la produzione del Tridente a Mirafiori, il Gruppo ha spostato produzione e dipendenti.
Una parte degli operai e degli impiegati è stata spostata nello stabilimento di Bruino, mentre molti altri sono stati trasferiti alla Aras di Caselette, parte dello stesso gruppo, e che produce selleria d'alta fascia, per Ferrari e per l'industria della nautica. "Ma molti se ne sono persi per strada" ci spiega un lavoratore, che chiede l'anonimato. Mentre qualche decina di dipendenti del Gruppo, anche di quelli dislocati all'estero, si trova in cassa integrazione, altri stanno lasciando o hanno già lasciato l'azienda.
"Ci sono stati incentivi alle dimissioni, non passa settimana che il direttore della fabbrica non vada all'Ufficio del lavoro con qualcuno di noi" ci spiegano. Quanto sia stato offerto ai lavoratori, però, non viene detto. Probabilmente ogni offerta viene valutata sui singoli casi. "Non sono cifre che risolvono il fatto di rimanere senza lavoro, ma anche i trasferimenti a che servono? La produzione è in calo ovunque, le commesse di Stellantis o altri anche".
A Grugliasco, dunque, rimane ben poco del Polo del Lusso o dell'industria automotive in generale. Detto che l'ex Maserati - già sorta sulle ceneri di un altro sfacelo industriale, la Bertone - è in vendita e pare interessi ai (soliti) gruppi cinesi, la Lear è di fatto in attesa della liquidazione in quanto l'unico investitore che si era affacciato in questi mesi, ora, pare essersi defilato. E in bilico è anche il destino della Martur, azienda turca che ha una sede a Grugliasco aperta per assemblare i sedili della Fiat 500e: ironia della sorte, l'azienda che ha soffiato a suo tempo la commessa alla Lear.
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