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Airbag difettosi, un'altra class action contro Stellantis

Nuova azione dell'Udicon, i guai su oltre 190mila veicoli Citroen

Airbag difettosi, un'altra class action contro Stellantis

Un'altra class action contro Stellantis. Nel mirino, ancora una volta, gli airbag Takata montati in particolare sulle vetture Citroen. Dopo il Movimento consumatori, e l'azione del Codacons, adesso arriva l'Udicon, o Unione per la Difesa dei Consumatori, forte anche questa associazione di un verdetto del Tribunale di Torino.

Si tratta di almeno 180mila veicoli, in maggioranza Citroen C3, prodotti tra 2009 e 2019. La situazione è ben nota: gli airbag sono difettosi e possono innescarsi autonomamente, oltre che in caso di incidente, scagliando schegge di metallo contro il conducente. Quando si era saputo del problema, da Stellantis era partito un richiamo ai proprietari, con l'avvertenza di non usare l'automobile fino a che non si fosse provveduto alla sostituzione. Cosa cui provvede Stellantis stessa, ma i tempi sono lunghi e molti automobilisti hanno fatto causa.

La prima class action era partita in Francia, ma adesso le iniziative si stanno moltiplicando anche in Italia. Udicon ha fatto causa a Groupe Psa in quanto "gli airbag Takata hanno creato problemi noti dal 2008 e la mancata applicazione di uno stop immediato ai veicoli ha esposto i consumatori a un rischio enorme per la loro incolumità. Il dispositivo difettoso, infatti, sarebbe potuto esplodere, causando lesioni gravi o nel peggiore dei casi portare alla morte. La campagna di richiamo e lo stop ai veicoli sono arrivati con estremo ritardo, diversi anni dopo che il problema è emerso a livello internazionale” ha dichiarato Martina Donini, presidente nazionale Udicon.

Un mese fa sul caso si era espresso il tribunale civile di Torino, su azione di Codacons e Adusbef, con l'intimazione a Psa Italia, di intensificare la sostituzione degli airbag, ma soprattutto di provvedere a fornire ai clienti un'auto sostitutiva (cosa che era resa problematica) nel giro di una settimana.

Stellantis, per parte sua, segnalava che dei 129mila veicoli già sottoposti a check in, 53mila erano stati riparati. Per gli altri, l'obiettivo era intensificare la campagna di interventi.

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