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LA SANITA' PIEMONTESE CHE FA SCUOLA

Torino e Leopoli: un ponte di speranza tra le ferite della guerra

L'assessore Riboldi offre un aiuto concreto al primo cittadino ucraino "Siamo pronti ad aiutarvi"

Torino e Leopoli:  un ponte di speranza tra le ferite della guerra

Andriy Sadovyy con Federico Riboldi

Nel bel mezzo della guerra che infiamma l’Ucraina, c’è un ospedale a Torino che fa scuola. E chi meglio del sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyy, per rendersi conto di quanto una macchina sanitaria possa essere efficiente anche in tempi di guerra? È così che oggi il primo cittadino della città martoriata dal conflitto è arrivato a Torino, insieme a una delegazione ucraina, per un tour nel cuore della sanità piemontese: l’ospedale Cto.
C’era il Direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, e naturalmente una serie di primari che hanno guidato la visita, mostrando con fierezza la multidisciplinarietà dell’ospedale. Riboldi ha offerto a Sadovyy un aiuto: “A Torino, al Regina Margherita, abbiamo diversi bambini vittime di guerra. Ucraini e palestinesi. Se la nostra sanità può essere di aiuto, accogliendo i vostri feriti, noi siamo a disposizione”.

Sadovyy infatti che guida una città bombardata da mesi, non è venuto a Torino per una gita turistica, ma per prendere appunti. Perché a Leopoli, come ormai sanno tutti, c’è un ospedale che si chiama "Unbroken", dedicato proprio alla cura dei reduci e dei feriti di guerra. 3000 posti letto che non bastano. “Quasi tutti j nostri pazienti sono vittime di guerra. Ci portano ogni giorno feriti” spiega il sindaco di Leopoli, città che dista 70km dal confine con la Polonia. “Abbiamo 3mila posti letto e durante il conflitto siamo arrivati ad accogliere fino a 18mila persone. Una media di 1000 protesi all’anno e di 672mila persone curate presso la struttura. Ci piacerebbe che i nostri medici possano venire a Torino per imparare da questo ospedale, data la vostra eccellenza nella cura della traumatologia”. Il CTO, con la sua esperienza consolidata in traumi, ortopedia, grandi ustionati e riabilitazione, è infatti stato presentato come un modello, una possibilità concreta di speranza per un sistema sanitario ucraino che, tra il fuoco e le difficoltà logistiche, sta cercando di rimanere in piedi.

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