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NEUROSCIENZE & DINTORNI
01 Dicembre 2024 - 06:30
Il cervello invecchia in modo diverso a seconda del sesso, e un nuovo studio internazionale getta luce su queste differenze fondamentali, portando alla scoperta di marcatori specifici che possono predire il deterioramento cognitivo e la demenza. Lo studio, guidato da Abel Torres-Espin dell'Università di Waterloo e dell'Università della California di San Francisco, è stato pubblicato su Science Translational Medicine e ha coinvolto 515 persone.
Gli scienziati hanno esaminato il processo di invecchiamento cerebrale, focalizzandosi sulla rottura dell'angiogenesi, ovvero la formazione dei vasi sanguigni nel cervello. Sebbene l’invecchiamento dei vasi sanguigni del corpo sia un fenomeno noto, è la rottura dei piccoli vasi e dei capillari a rappresentare un serio pericolo. Le anomalie in questi vasi sanguigni sono infatti correlate a diverse forme di demenza e deterioramento cognitivo. La ricerca ha analizzato come il rallentamento di questo processo, chiamato angiogenesi, influisca sul cervello, aprendo potenziali nuove vie per la diagnosi e il trattamento di disturbi vascolari e neurodegenerativi.
Gli autori dello studio hanno utilizzato una coorte di 435 persone, con l'aggiunta di un set di dati esterni da 80 individui anziani, e hanno esaminato l'imaging cerebrale, i dati clinici e i marcatori ematici associati all’angiogenesi, come i fattori di crescita VEGF e i loro recettori. Tra i risultati più interessanti, la ricerca ha evidenziato differenze significative nelle traiettorie dei marcatori di angiogenesi, a seconda del sesso.
Per le donne più giovani, i marcatori dell'angiogenesi sono stati associati a una migliore funzione esecutiva e a una minore atrofia cerebrale, suggerendo che un sistema vascolare sano possa proteggere meglio il cervello femminile. Al contrario, negli uomini, non sono emerse le stesse associazioni. Tuttavia, le cose si sono invertite a partire dai 75 anni, con cambiamenti nei modelli di angiogenesi che sembrano influenzare l’invecchiamento cerebrale in modi diversi tra uomini e donne.
Questo studio mette in evidenza l'importanza di considerare sia l'età che il sesso come variabili cruciali nella ricerca sulla demenza e sul deterioramento cognitivo. Come sottolineano gli autori, la nuova metodologia sviluppata offre un promettente modello per lo studio dei biomarcatori della malattia neurodegenerativa vascolare, aprendo la strada a possibili diagnosi più tempestive e a interventi terapeutici più mirati.
Le scoperte suggeriscono che, sebbene le donne possano trarre beneficio da un sistema vascolare sano in età più giovane, gli uomini potrebbero necessitare di approcci terapeutici differenti, specialmente a partire dall’età avanzata. Una prospettiva che, se confermata, potrebbe portare a trattamenti personalizzati e più efficaci per contrastare le malattie neurodegenerative e migliorare la qualità della vita degli anziani.
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