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SANITA' & NOVITA'

Aft in Piemonte: la rivoluzione della Sanità che divide, ma promette di cambiare tutto

La nuova organizzazione sanitaria promette assistenza continua, ma la carenza di medici potrebbe ostacolare il cambiamento

Sanità Piemontese: La Rivoluzione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)

Condivisione delle cartelle cliniche, coordinamento degli orari di studio, nomina di un referente e obbligo di riunirsi almeno una volta al mese. Sono queste le fondamenta della rivoluzione che sta prendendo piede nel sistema sanitario piemontese: la nascita delle Aft, Aggregazioni funzionali territoriali. Queste nuove strutture, che mirano a favorire la collaborazione tra medici di base, si prefigurano come il futuro della medicina di prossimità, dove i professionisti dovranno imparare a lavorare in team per offrire una cura più integrata e continua ai pazienti.

L’accordo integrativo regionale, firmato a maggio, aveva previsto che le Aft iniziassero già dal 1° gennaio. Tuttavia, proprio in questi giorni la Regione sta completando la ricognizione con le aziende sanitarie locali, con una scadenza fissata per oggi, 7 dicembre. Un processo che, come sottolineato dalla ASL Città di Torino, non può essere che lungo e graduale, ma che promette di rivoluzionare il sistema sanitario territoriale.

                                            

“Per i pazienti a fine percorso avremo una presa in carico reale da parte di un sistema di professionisti", spiega Stefania Orecchia, direttrice delle Cure Primarie della ASL Città di Torino. "Ne saranno garanti, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.” La creazione delle Aft permetterà di aggregare i 570 medici di base della città in circa 30 nuove strutture, ciascuna con una popolazione che va dai 20 ai 45mila residenti, distribuiti nell’area metropolitana. L’obiettivo è rendere la figura del medico di famiglia più integrata con la guardia medica, fino a fondere i due ruoli in uno solo, garantendo una continuità assistenziale che sarà fisicamente ospitata nelle nuove case di comunità, finanziate dal Pnrr.

Oggi, una buona parte dei medici di base già lavora in rete, ma con la creazione delle Aft la cooperazione diventerà obbligatoria, favorendo la condivisione delle informazioni e il coordinamento tra professionisti. Nonostante l'entusiasmo da parte delle istituzioni sanitarie, il progetto delle Aft non è privo di criticità. I sindacati, infatti, si mostrano divisi sul modello proposto. Sigle come lo Smi (Sindacato medici italiani) sollevano perplessità, sottolineando come in Piemonte manchino almeno 450 professionisti per riuscire a garantire una copertura adeguata. L’assenza di personale sufficiente, secondo i critici, potrebbe compromettere l’efficacia delle Aft  e rendere più difficile il raggiungimento degli obiettivi prefissati.  Al contrario, la Federazione italiana dei medici di  medicina generale (Fimmg) esprime una visione più positiva. Secondo la Fimmg, il lavoro in squadra potrà contribuire a migliorare la qualità del servizio sanitario, rendendo il sistema più resiliente e capace di affrontare le sfide quotidiane.

 

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