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La crisi dell'Automotive
11 Dicembre 2024 - 14:20
A Mirafiori le auto sono ferme, ma la cassa integrazione corre veloce. E Torino riconquista il primato di città più cassaintegrata d'Italia, con un aumento rispetto all'anno passato dell'87%. Una percentuale che non rappresenta neppure il primato in Piemonte, considerando che altre province hanno fatto peggio. E domani, giovedì 12 dicembre, ci sarà l'incontro fra i sindacati e Stellantis per definire un altro anno - ormai il ventesimo - di ammortizzatori sociali.
I dati sono dell'Inps e sono stati elaborati dal Servizio Lavoro della Uil, che ha preso in considerazione il periodo da gennaio a settembre 2024: in Piemonte sono state richieste 33 milioni e 551.869 ore di cassa integrazione, in aumento del 60% rispetto allo stesso periodo del 2023, cui aggiungere 855.644 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps (che coprono i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito). Complessivamente, quindi, sono state utilizzate 34 milioni e 407.513 ore di ammortizzatori sociali (+54,5%).
Per dare una stima del fenomeno, a livello nazionale sono state autorizzate 362 milioni e 76.539 ore, con un incremento del 18,8%. Il Piemonte è così la quarta regione per ore richieste, dopo Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. L’andamento nelle province piemontesi, considerando solo le ore di cassa integrazione, nel confronto tra i primi nove mesi del 2024 e del 2023, è stato il seguente: Biella +188,2%, Novara +148,7%, Torino +87%, Asti +41,3%, Vercelli +33,6%, Verbania -6,7%, Alessandria -10,1%, Cuneo -35%.
Entrando nello specifico, Torino con 20 milioni e 973.757 ore è, di gran lunga, la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Milano e Vicenza. E parliamo del periodo solo fino a settembre. Bisogna anche considerare che proprio Mirafiori, in questi ultimi tempi ha subito nuovi stop alla produzione: in questo momento, per esempio, è ferma per quanto riguarda le Carrozzerie, dove si produce la Fiat 500e.
“Questi dati - spiega Gianni Cortese, segretario generale Uil - confermano lo stato di sofferenza del tessuto produttivo piemontese, maggiore rispetto al resto del Paese. Le transizioni in atto impattano particolarmente sul settore dell’automotive, investendo, oltre che l’unico produttore di veicoli, anche l’intera filiera della componentistica, a rischio di sopravvivenza per quasi metà delle imprese. Proprio in questi giorni aumentano le preoccupazioni di un possibile effetto domino indotto dagli annunci di licenziamenti che bisogna immediatamente bloccare con l’intervento del Governo".
I licenziamenti sono quelli che toccano l'indotto, con la vicenda Trasnova, anche se dopo la proroga alla commessa da parte di Stellantis le 97 lettere di licenziamento sono state ritirate. Ma sono ancora centinaia i lavoratori in subappalto che dipendono dalle commesse di Stellantis e di altri produttori automobilistici: tra cui Volkswagen, la cui politica annunciata di taglio dei costi e della produzione non fa certo ben sperare.
L'altro giorno Jean Philippe Imparato, capo della divisione Europa Allargata, che dovrà incontrare il ministro Adolfo Urso al Tavolo per l'Automotive il 17 dicembre, ha detto che, oltre alla Fiat 500 Ibrida in arrivo entro novembre 2025, Torino continuerà ad avere la Fiat 500 elettrica anche nella nuova versione pronta al varo. Ma nulla è stato detto su Maserati, che a Mirafiori vengono prodotte ormai solo in qualche decina di unità.
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