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Auto, la sferzata di Confindustria: Ecco cosa deve fare Elkann

L'allarme del presidente Orsini: "270.000 posti a rischio". La risposta di Stellantis

Auto, la sferzata di Confindustria: Ecco cosa deve fare Elkann

Sono 270mila i posti di lavoro a rischio nell'automotive in Europa, 70mila solo in Italia. "E John Elkann dimostri che vuole bene all'Italia". Sono le parole di Emanuele Orsini, capo di Confindustria, al dibattito sull'automotive ad Atreju, la festa di Fratelli d'Italia.

Le stime di Orsini riguardano il Green Deal, ossia la transizione elettrica e la riduzione alle emissioni di CO2 che, al momento, ha portato al collasso del mercato auto, alla crisi di Volkswagen, Mercedes e Bmw. Tutte alle prese con revisioni delle stime, Volkswagen che pure è il primo produttore europeo anche con annunciate chiusure di stabilimenti, migliaia di esuberi e riduzione delle retribuzioni. "Una follia" è il commento di Orsini sul Green Deal. E poi, naturalmente, c'è Stellantis.

"L'uscita di Tavares dà ora la possibilità a John Elkann - che è di fatto un facente funzioni di ceo, essendo alla guida del comitato esecutivo che ha preso il posto del manager portoghese - di dimostrare che Stellantis vuole bene all'Italia. L'industria italiana e quella europea sono le migliori al mondo. Ci è piaciuto il nuovo atteggiamento dei giorni scorsi" ma bisogna pensare all'occupazione. "E non ci piacciono le fabbriche cacciavite". Ossia, Stellantis garantisca modelli e produzione in Italia, per salvare anche la filiera dell'automotive, senza pensare a semplici assemblaggi, magari di prodotti dalla Cina.

"Al tavolo del 17 speriamo di avere buone notizie" ha risposto Giuseppe Manca, responsabile delle risorse umane di Stellantis, tra i premiati ad Atreju. "Evito di spoilerare - ha detto Manca - ma abbiamo dato missioni produttivi a tutti gli stabilimenti. Quello che speriamo è di non togliere nulla..."

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