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SANITA' E NOTIZIE
19 Dicembre 2024 - 11:42
Alberto, 52 anni, si ritrova al pronto soccorso di Pinerolo per un dolore lancinante al fianco e la presenza di sangue nelle urine. Un’ecografia di routine, poi i risultati: un tumore al rene che, fino a quel momento, non aveva dato alcun segno di sé. Un tumore che cresceva silenziosamente, senza avvertire, e che ora è lì, pronto a cambiare tutto.
Gli accertamenti successivi non lasciano dubbi. La massa che occupa la cavità addominale destra è enorme: quasi quattro chili di neoplasia che premono su organi vitali. Il quadro è grave, ma non tutto è perduto. Trasferito all’ospedale di Rivoli, Alberto viene sottoposto a una nefrectomia radicale, un intervento delicato che prevede l’asportazione di rene e surrene. La chirurgia è complessa, ma l’équipe multidisciplinare di specialisti – tra cui Salvatore Stancati, direttore dell’Urologia dell’AslTo3, e Mauro Garino, direttore della Chirurgia generale – è pronta ad affrontare la sfida.
L’intervento, eseguito a cielo aperto per la posizione della neoplasia, ha successo. Otto giorni dopo, Alberto è dimesso senza complicazioni. E a tre mesi dall’intervento, la TAC total body conferma la buona notizia: il tumore è stato rimosso e il paziente sta bene.
Nel raccontare la sua esperienza, Alberto non nasconde la sua gratitudine. «Mi è stata data una cura medica eccellente, ma soprattutto un’attenzione umana che ha fatto la differenza. Ho potuto continuare a gestire parte della mia attività, senza che la malattia mi togliesse tutto. La comprensione del personale ospedaliero è stata fondamentale». E in effetti, quella comprensione ha avuto un valore più grande di quanto si possa immaginare, trasformando un’esperienza traumatica in un cammino di recupero.
Questa storia ci ricorda che la diagnosi precoce fa la differenza. Salvatore Stancati, direttore dell’Urologia dell’AslTo3, lo ribadisce con forza: «Molti tumori renali vengono scoperti per caso, durante esami effettuati per altri motivi. La diagnosi precoce consente di intervenire tempestivamente, riducendo il rischio di complicazioni». Ma non sempre è così semplice. Quando il tumore è già avanzato, l’intervento può diventare complesso e richiedere l’intervento di una squadra di esperti.
Franca Dall’Occo, direttore generale dell’AslTo3, sottolinea il valore della collaborazione tra reparti. «In questo caso, la sinergia tra Pinerolo e Rivoli, e tra le équipe di urologia e chirurgia, ha permesso di garantire il miglior trattamento possibile», afferma. E l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, conclude con una riflessione: «Il caso di Alberto dimostra quanto la multidisciplinarietà sia cruciale per il successo degli interventi complessi, soprattutto in una realtà vasta come quella dell’AslTo3. È grazie alla collaborazione tra i professionisti che la sanità pubblica riesce a rispondere con efficacia alle necessità dei pazienti».
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