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Università di Torino: l'ultimo anno del rettore Geuna

L'ultimo anno del Magnifico: dai danni provocati dalle occupazioni pro-Pal, ai 12milioni per la Ricerca congelati

Università di Torino: l'ultimo anno (in rosso) del rettore Geuna

STEFANO GEUNA

Il rettore si prepara al suo ultimo Natale da Magnifico e con questo arrivano i bilanci: Stefano Geuna, rettore di UniTo, parla di un anno che è stato difficile, dal punto di vista economico e di gestione (basti pensare ai mesi di occupazione di Palazzo Nuovo da parte dei pro-Pal, dove l'intifada ha distrutto l'Ateneo, causando circa 60mila euro di danni). Sulla questione delle occupazioni, il rettore ha dichiarato: «C’è dialogo, il dialogo è sempre aperto e lavoriamo assiduamente per prevenire le occupazioni. Anche perché le manifestazioni non si verificano solo in università, ma in tutta la città: l’università non è un’isola».

E poi ci sono i 12milioni di euro, destinati alla ricerca, congelati: secondo il rettore, «quest'anno è stato un bilancio complicato, però l'ateneo è solido economicamente e il bilancio è stato chiuso in pareggio. Questo sacrificio è stato necessario, abbiamo dovuto congelare questi fondi e confido che almeno in parte possano essere scongelati nei primi mesi del 2025». Geuna ha poi sottolineato i grandi progetti architettonici e culturali della Cavallerizza, con la realizzazione del grande dormitorio per gli studenti, il polo dell'arte e l'hotel di lusso, e del polo di Grugliasco.

«Non mi sento un rettore “in scadenza”: lo spirito con cui affronto questo ultimo bilancio di fine anno è quello di chi si accinge allo sprint finale: l’ultimo anno sarà ancora lungo, sarà quello in cui ci sarà più da lavorare», ha dichiarato il rettore. E i progetti ancora in atto sono numerosi: come il progetto della Cavallerizza, o quello di Grugliasco, previsti rispettivamente per fine ed inizio 2026. Sulla bocciatura della riforma dello Statuto, il rettore non l’ha vissuta come una sconfitta, ma «come il tentativo di avviare un percorso importante», che chi succederà a Geuna, deciderà se portare avanti o meno.

Sul discorso dei contratti e del precariato, in questi ultimi cinque anni, ci sono state numerose riflessioni che, al momento, non hanno portato ad una decisione netta: la linea è comunque quella di garantire la continuità, non penalizzando la didattica; l’obiettivo ultimo è che i corsi vengano tenuti il più possibile da docenti già assunti con contratto, limitando, dove possibile, i contratti per docenze esterne da parte di professionisti. «Abbiamo contribuito a rinforzare l’Ateneo con figure brillantissime e formate per trasmettere al meglio le nozioni alle giovani menti – ha specificato Geuna -; negli ultimi tre anni abbiamo assunto 450 persone attraverso concorsi, mantenendo tutti i punti in organico».

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