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Natale di crisi

Tu scendi da Stell...antis

Ecco perché il Cardinale Repole e John Elkann hanno lo stesso problema

Ecco perché il Cardinale e John Elkann hanno lo stesso problema

Adesso John Elkann ha anche la benedizione della Chiesa (quella della politica l’ha sempre avuta, persino ai tempi dei selfie di qualcuno con il ceo tagliatore di teste: figuriamoci nel momento in cui il nipote dell’Avvocato ha il ruolo di chi l’ha cacciato e ha ripreso in mano il timone) per il nuovo corso di Stellantis.

Perché Sua Eminenza Roberto Repole, quando era solo arcivescovo, aveva tuonato in maniera persino inaspettata contro Stellantis - è stato anche ospite della Fiom - e chiedeva fortemente un incontro con i vertici della ex Fiat. E non sappiamo se è stato accontentato, ma di certo ora, con l’uscita di Carlos Tavares, vede che «qualcosa è cambiato».

Ma nel frattempo, il cardinale si trova a pronunciare la medesima parola che campeggia nell’agenda di John Elkann: «riorganizzazione». Perché se Stellantis rischia - nonostante la parole - di dover chiudere fabbriche e accorpare la produzione, così la Chiesa torinese rischia di dover accorpare delle parrocchie, perché mancano i preti. Tanto che si pensa di formare i laici almeno come ministri dell’Eucarestia... A voler essere blasfemi, la Chiesa e l’Auto hanno il medesimo problema: il gradimento dei rispettivi mercati.

Battute a parte, ci sta che Repole si scagli contro l’economia speculativa, quella che «depaupera l’azienda» e inviti - nel tradizionale incontro con i giornalisti - a guardare al futuro e non al passato. Sperando che sia un augurio basato su un incontro o un dialogo avuto e mantenuto riservato, non solo sulle prime mosse “diplomatiche” del Gruppo. Oppure è una invocazione, per Torino. Che la benedizione, se non dalle stelle, scenda almeno da Stell...antis.

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