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LA STORIA

Madre malata occupa una casa «L’ho fatto per i miei due figli»

Arianna, 46 anni, vive nel terrore e nella vergogna: «Mi sono autodenunciata»

Madre malata occupa una casa «L’ho fatto per i miei due figli»

Arianna, 46 anni, vive nel terrore e nella vergogna: «Mi sono autodenunciata»

Arianna ha 46 anni, è malata di leucemia ed è invalida al 74%. Raccontare la sua storia, per lei, non è semplice. Da una parte, il terrore di rimanere per strada insieme ai suoi figli (di cui uno minorenne) e dall'altra la vergogna di aver agito nell'illegalità per evitare proprio ai suoi ragazzi di finire per strada. Dopo una turbolenta separazione dal marito, la donna si è appoggiata a casa di sua madre. Ma in 30 metri quadri, in 4, non solo stavano stretti: «Vivevo nel terrore che cacciassero mia madre perché eravamo in troppi rispetto a quanto dichiarato sul contratto».

Cerca casa per la sua famiglia: la donna lavora con un regolare contratto a tempo indeterminato, ma i proprietari di casa vogliono garanzie maggiori che lei non può fornire. Così, lo scorso anno, Arianna prende una decisione dolorosa ma che in quel momento le sembrava l'unica via d'uscita: occupa una casa popolare nel quartiere di Barriera di Milano e si autodenuncia immediatamente. Da quel momento comincia a ricevere i bollettini di Atc: circa 450 euro al mese per un trilocale. Ma pagare l'affitto e le spese non basta: una comunicazione le dà fino al 10 gennaio per trovare un posto, in quanto lo sfratto è imminente.

«So che ho sbagliato, ero disperata. Non so dove sbattere la testa». Arianna piange. Sa che occupare una casa la esclude anche dalla possibilità, un giorno, di poter rientrare nelle graduatorie di una casa popolare. Si rivolge al giornale per un appello: non vuole vivere nell'illegalità, non è così che vuole crescere i suoi figli (ignari della situazione attuale). «Vorrei regolarizzare la mia condizione con Atc, non posso lontanamente pretendere che mi assegnino la casa. Prego chiunque abbia un alloggio sfitto e cerchi un inquilino di valutare la mia candidatura».

Arianna precisa di essersi rivolta all'Emergenza Abitativa «ma non mi hanno considerata, secondo loro potevo rimanere da mia madre». Sulla delicata questione si esprimono anche le istituzioni: «L’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale è sempre attenta alle situazioni di difficoltà, specialmente quando coinvolgono famiglie e persone in condizioni di fragilità» analizza lucidamente Emilio Bolla, presidente di Atc «Tuttavia, è fondamentale ribadire che la gestione degli alloggi di edilizia popolare deve avvenire nel rispetto della legge, affinché venga garantita equità e giustizia a tutte le famiglie che si trovano in situazioni di bisogno e che attendono pazientemente di accedere a un alloggio. Ci impegniamo a seguire la situazione con particolare attenzione, valutando ogni possibile azione che possa essere intrapresa nel rispetto delle leggi e delle norme vigenti, in modo da assicurare che vengano considerati tutti gli elementi di questa complessa vicenda» conclude Bolla.

Emilio Bolla, presidente di Atc

La storia di Arianna è arrivata anche in Circoscrizione 6 «Non si può che condannare in maniera netta qualsiasi tipo di occupazione abusiva ricordando che è un reato e non una soluzione ai problemi. Non possiamo però nemmeno abbandonare chi è conscio di avere sbagliato e si è autodichiarato. Una donna sola, malata, con 2figli siamo sicuri che troverà il sostegno del territorio e della circoscrizione per tornare nella strada della legalità» dichiarano Valerio Lo Manto e Verangela Marino, presidente e capogruppo della 6 per Fratelli d'Italia.

Valerio Lo Manto, presidente della Circoscrizione 6

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