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La curiosità
07 Gennaio 2025 - 14:17
Pendono a grappoli, come se quel lampione di piazzale Valdo Fusi fosse un "albero di scarpe da ginnastica". Ma perché qualcuno se l'è sfilate dai piedi per appenderle proprio lì ma anche in altre zone di Torino, da Parco Dora a Mirafiori?
Questa particolare usanza, notata qualche giorno fa da turisti e torinesi che hanno affollato il centro cittadino durante le vacanze di Natale, è finita al centro di un dibattito sui social. Dove sono partite ipotesi di ogni tipo, dallo scherzo al metodo per avvisare dell'arrivo della droga (al posto dei famigerati botti notturni).
Eppure una spiegazione "ufficiale" c'è e non è neanche una novità: l'abitudine di appendere le calzature è stata importata anni fa dagli Stati Uniti, riempiendo alberi, lampioni e fili elettrici a Torino ma anche in molte altre città italiane ed europee. Tecnicamente si chiama "shoefiti", termine che non è altro che una crasi fra scarpe (shoe) e graffiti: a praticare questa usanza sono i ragazzi che si divertono con skateboard, pattini e biciclette Bmx, affollando proprio piazzale Valdo Fusi.
Ma vale anche per la pista del Parco Dora, sotto la tettoia dove trovano spazio sport di ogni tipo: sono tutte zone dove questi gruppi di giovani passano ore a fare evoluzioni, soprattutto d'estate. E, per marcare il territorio, appendono le loro scarpe logore ai lampioni. D'altronde le cosiddette "sneakers" sono uno status quo per questi ragazzi, una sorta di testimone di salti e cadute sull'asfalto. E lasciarle lì significa dare loro un ultimo saluto, a eterno ricordo dei risultati ottenuti dopo centinaia di tentativi: «Io le ho appese quando sono riuscito a fare il mio primo salto mortale» raccontava qualche anno fa uno skater. E un suo collega ha aggiunto che «sono una bandiera, il nostro modo per dire che piazzale Valdo Fusi è "nostra"». Poi, ogni tanto, il Comune manda gli addetti a staccarle. Ma le scarpe ritornano ogni volta, di nuovo a marcare il territorio degli skaters.
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