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Shock alle case Atc, la ditta in cantiere minacciata dagli abusivi: «Operai ricattati dai rom»

A Borgo Vittoria furti e minacce ai danni dei lavoratori. E due macchine sono state date alle fiamme

La scritta shock (nel riquadro) contro gli operai nel cantiere di via Sospello

La scritta shock (nel riquadro) contro gli operai nel cantiere di via Sospello

Furti, ricatti e insulti, fino alla vergognosa scritta sull’asfalto: “Geometra m..., figlio di p...”. Eccolo il messaggio, minaccioso, lasciato dai rom abusivi nei confronti della ditta che alle popolari sta svolgendo i lavori di bonifica per il Pnrr. Siamo a Borgo Vittoria, uno dei complessi Atc più critici, dove ci sono già stati tre maxi-sgomberi negli ultimi due anni ma dove le occupazioni irregolari degli alloggi non si fermano. E nemmeno gli atti criminosi, come furti e incendi di macchine. L’ultimo rogo, la scorsa notte, ha bruciato due vetture parcheggiate nel cortile e sono arrivati polizia e vigili del fuoco.

Furti, ricatti e scritte
«Minacciano gli operai, hanno rubato diversi oggetti in cantiere e li ricattano pure chiedendo loro l’alluminio che poi si vanno a rivendere», raccontavano ieri mattina gli inquilini di via Sospello. Nel mirino, i rom che da anni hanno occupato gli alloggi. Una decina, allo stato attuale, le occupazioni ancora presenti su quasi 600 appartamenti. E i residenti, dalla scorsa estate, sono alle prese con un cantiere che attualmente riguarda bonifiche e demolizioni. L’appalto se l’è aggiudicato Aseco, ditta lombarda in provincia di Bergamo. Un milione e 300mila euro per la bonifica di colonne di scarico di bagni e cucine. Lavori propedeutici all’efficientamento energetico, al rifacimento degli impianti e alla riqualificazione delle facciate previsti grazie a una spesa di 21 milioni della Regione nell’ambito del Pnrr.

Tutto materiale che fa gola a chi se lo va a rivendere. E infatti, spesso gli operai che lavorano nel cortile subiscono vessazioni. Quando smontano, poi, avvengono i furti, tant’è che diversi oggetti sono già spariti. Ma qualcosa è cambiato: i responsabili della ditta in cantiere, recentemente, si sarebbero ribellati alle continue richieste. Come compenso, hanno ricevuto delle scritte shock con insulti vergognosi. Una delle frasi incriminate era su un muro ed è stata cancellata, ma sull’asfalto ce ne sono ancora un paio, gigantesche, fatte con lo spray che nello specifico prendono di mira il geometra che lavora al cantiere.

Tre sgomberi in 2 anni
La ditta non avrebbe ancora avvisato le forze dell’ordine, perché la scritta è recentissima, essendo comparsa solo pochi giorni fa. La polizia, invece, l’altra notte in via Sospello è intervenuta eccome: sono state incendiate due macchine, rispettivamente una Ford e un furgone, posteggiati a pochi metri dal cantiere dei lavori. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco, che hanno domato le fiamme. Non erano auto degli operai, perché stando alle prime ricostruzioni la Ford (recante targa tedesca) apparteneva a un residente e lo stesso si può dire del furgone, di proprietà di un marocchino.

Ma è l’ultimo di una lunga serie di incendi ai danni delle auto in sosta nel cortile di via Sospello. Dove chiunque può entrare a parcheggiare perché i cancelli, ad eccezione di uno solo, sono tutti aperti. Il complesso Atc è stato interessato, negli ultimi due anni, da ben tre sgomberi: il primo a novembre 2022 aveva restituito quattro alloggi; il secondo blitz, effettuato a luglio 2023, ne aveva liberati cinque; mentre con l’ultimo sgombero del luglio scorso gli appartamenti sgomberati erano stati tre. Tutte operazioni avvenute alle prime luci dell’alba, che avevano impegnato polizia e carabinieri, oltre alla municipale e ai tecnici di Atc.

Che in questi anni ha profuso grandi sforzi per riqualificare lo storico complesso popolare realizzato negli anni ‘30, noto come “16esimo quartiere” ex Iacp e compreso tra corso Grosseto e le vie Chiesa della Salute, Sospello e Bibiana. I blitz delle forze dell’ordine in questi due anni hanno sempre ricevuto il plauso dei residenti, ma i problemi restano. E ora ad essere minacciati dagli abusivi (quasi tutti di etnia rom) sono pure gli operai che stanno lavorando in cantiere. Che si vedono sparire attrezzi e materiale, e ora ricevono anche minacce scritte dai nomadi per mancata “collaborazione”.

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