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Sottopasso del Lingotto, il cantiere infinito. Chiuderà a settembre ma poi ne apriranno altri

A settembre si chiuderà il quarto lotto di lavori ma ne mancano ancora tre. E non sono ancora neanche stati finanziati

Sottopasso del Lingotto, il cantiere infinito. Chiuderà a settembre ma poi ne apriranno altri

I lavori di rinforzo strutturale del sottopasso Lingotto proseguono da oltre due anni, e a quanto pare non si concluderanno in maniera definitiva neanche a settembre, quando verranno completati gli interventi del quarto lotto.

Il tema è diventato oggetto di dibattito durante l’ultimo Consiglio comunale, a seguito di un’interpellanza presentata dalla capogruppo di Forza Italia Federica Scanderebech, che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione dell’intero progetto e ai disagi provocati alla cittadinanza. Se da un lato i lavori sul quarto lotto sono stati avviati nell’autunno 2024 con durata di un anno, infatti, dall’altro, anche una volta terminata questa fase, i torinesi dovranno fare i conti con altri tre lotti ancora da finanziare, che allungheranno ulteriormente i tempi di riapertura e di normalizzazione della viabilità. «Ad oggi, per finanziare i primi quattro lotti del sottopasso, la Città ha stanziato 4,8 milioni di euro - ha spiegato l’assessore competente Francesco Tresso durante il consiglio - i lavori del primo lotto sono stati completati nel 2023, mentre lo scorso anno ad aprile e agosto sono stati ultimati quelli sul secondo e sul terzo tratto. Nei primi giorni di ottobre sono partiti i lavori del quarto lotto, nel tratto compreso tra via Ventimiglia e corso Unità d’Italia, e la data di fine interventi è fissata per il prossimo 25 settembre. L’operazione di ristrutturazione si concluderà con altri tre lotti ancora da finanziare».

Un’attesa troppo lunga, secondo l’opposizione, per un nodo cruciale della viabilità cittadina che vede il passaggio di oltre 850 veicoli ogni ora (1200 nelle ore di punta). La scarsa comunicazione dell’amministrazione, poi, starebbe peggiorando ulteriormente la situazione. «La frammentazione degli interventi, giustificata dalla distribuzione dei finanziamenti, non può essere una scusa - dice Scanderebech - un’amministrazione responsabile avrebbe dovuto pianificare un intervento unitario o adottare misure per minimizzare l’impatto delle chiusure prolungate. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a una viabilità cittadina al collasso nelle ore di punta, a livelli di inquinamento atmosferico in aumento e a cittadini esasperati per la mancanza di soluzioni. La carenza di trasparenza è altrettanto inaccettabile. I torinesi hanno il diritto di sapere con chiarezza cosa sta accadendo e quali siano i tempi di conclusione».

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