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Il fatto

La Tari aumenta ma Torino è sporca. Record di segnalazioni ad Amiat

Nonostante la stangata della tariffa le richieste di intervento nel 2024 sono salite addirittura del 25%

Cumuli di spazzatura su via Breglio

Nonostante la stangata Tari, aumentata nel biennio 2024-2025 del 6,67% - con entrate previste di 10,3 milioni, di cui 5,8 destinati all’azienda che gestisce i rifiuti - è boom di segnalazioni ad Amiat: 92mila in tre anni. Nel mirino soprattutto le ecoisole, ma anche la poca sensibilizzazione dei cittadini, «componente essenziale», per l’assessora all’Igiene urbana Chiara Foglietta

E se le segnalazioni annuali nel 2024 sono aumentate del 25-30%: da 25.786 nel 2023 a  31.906 nel 2024, c’è da dire che più della metà delle conseguenti multe - 792 su 1346 - sono relative al mancato ritiro nei cortili condominiali dei cassonetti, lasciati in strada, non imputabili ad AmiatDi contro cresce - anche se di poco - sia l’organico: dai 1655 dipendenti del 2022 ai 1683 - al netto dei pensionamenti - nel 2024 che il numero di risorse impiegate nei periodi festivi: con 140 risorse aggiuntive per fronteggiare i picchi di attività tra Natale e Capodanno.

«Era marzo 2022 quando Lo Russo dichiarava “Torino è sporca, bisogna intervenire. Non c’è tempo da perdere” ed è intervenuto nel modo più tecnico possibile: aumentando la Tari. Il risultato, però, è che ci sono risorse ma il servizio è scadente», con questo esordio Pierlucio Firrao - Torino Bellissima - si fa portavoce di un’interpellanza che può dirsi corale, perché ha visto nel Consiglio di ieri tutta la minoranza d’accordo nell’affermare che sì: Torino è sporca.  

Compatta nel chiedere «fatti concreti, a cominciare dagli stanziamenti di bilancio», ha spiegato il vicecapogruppo FI Domenico Garcea, e nel denunciare il fallimento delle ecoisole: «la tomba dell’indifferenziata. Sono costate tantissimo, senza portare il beneficio sperato», ha incalzato Enzo Liardo - FdI. Per la Lega, invece, la strategia della Giunta sarebbe «fumosa e lacunosa: tessere sì/tessere no, bocche strette/larghe, non si capisce!», ha aggiunto il consigliere Giuseppe Catizone.

Dalla Giunta un parziale mea culpa: «L’esperienza di San Salvario (in cui le ecoisole sono state posizionate nel 2021) ha dimostrato che dove c’è sovrapposizione di residenzialità e attività commerciali le ecoisole non funzionano, ma il nostro piano di lavoro è revisionato annualmente proprio per intercettare le diverse esigenze territoriali», ha precisato Foglietta.

Ma Torino sembrerebbe ancora ben lontana dall’obiettivo di riciclo 82%: «Non siamo soddisfatti, siamo partiti dal 53%, raggiungendo a dicembre 2023 il 57%, ma è un numero ancora troppo basso», ha aggiunto l’assessora. Imputando un ruolo fondamentale alla sensibilizzazione: «Uno dei maggiori problemi ancora oggi è il ritiro dei rifiuti ingombranti», spiegando come molti cittadini non saprebbero come richiedere il loro ritiro gratuito

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