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L'aria del Piemonte? Migliora ma è ancora troppo inquinata. «Bisogna bloccare le auto»

I dati contenuti nel rapporto di Legambiente “Mal’Aria di città”: «I passi in avanti solo grazie alla pioggia»

L'aria del Piemonte? Migliora ma è ancora troppo inquinata. «Bisogna bloccare le auto»

L'aria del Piemonte? Migliora ma è ancora troppo inquinata. «Bisogna bloccare le auto»

L’inquinamento in Piemonte migliora ma siamo ben lontani dal poter dire che l’aria delle nostre città sia pulita e salubre.
Legambiente ha diffuso i dati di bilancio 2024 nel rapporto “Mal’Aria di città” con cui si analizza l’inquinamento atmosferico nei capoluoghi di provincia italiani. Per quanto riguarda il biossido di azoto, in nessuna città si è superato il valore limite stabilito dall’attuale normativa europea e fissato in 40 µg/mc. Ma il valore limite è destinato a dimezzarsi nel 2030 e le città italiane che dovranno faticare per mettersi in regola sono molte. Tra queste non manca Torino, tra le peggiori d’Italia con il suo 31 µg/mc, peggiore solo dei valori registrati a Napoli, Palermo, Milano, Como e Catania.

Siamo invece già adesso oltre i valori limite (35 sforamenti giornalieri al massimo) per quanto riguarda il Pm10. A Torino infatti si superano i livelli normativi in quattro centraline delle cinque prese in esame: Grassi (36 sforamenti giornalieri); Lingotto (55 sforamenti giornalieri); Rebaudengo (55 sforamenti giornalieri); Rubino (41 sforamenti giornalieri). I valori però, rispetto al passato, sono in miglioramento ma forse neanche questo è “merito” nostro: «Nel 2024 le concentrazioni degli inquinanti sono sensibilmente calate - spiega Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta - Ma, in assenza di quei provvedimenti strutturali che chiediamo a gran voce da tempo, il calo registrato negli ultimi due anni è da attribuirsi alle eccezionali condizioni meteo che si sono registrate: nell’inverno 2023/2024 le precipitazioni sono state superiori alla media degli anni 1991-2020 con un surplus di 87.9 mm (pari al 60%); la primavera ha battuto i record storici degli ultimi 70 anni, con 30 giornate di “pioggia significativa” registrati a metà maggio (quasi il doppio di quanto osserviamo in una primavera “normale”). Ciò detto resta il fatto che dal 2030 i limiti normativi che entreranno in vigore saranno più stringenti e a parte Biella, Cuneo e Verbania nessun altro capoluogo piemontese risulterebbe in regola. È evidente come la strada da fare sia ancora molta, a tutela della qualità dell’aria piemontese e della salute pubblica».

Ma quali sono le misure da adottare secondo Legambiente? «Chiediamo - si legge nel rapporto - il potenziamento del trasporto pubblico locale, che deve essere sostenibile ed efficiente, aumentando anche le corsie preferenziali e il blocco immediato dei veicoli più inquinanti. Stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città. Spazio alla mobilità leggera (a piedi, in bici, col monopattino, sedie a rotelle elettriche), favorendo come in programma a Parigi l’approccio “15 minuti”: città, comuni e quartieri dove tutti i servizi essenziali sono raggiungibili a piedi in un quarto d’ora». Ma nel mirino non ci sono solo le auto. «Serve una mappatura degli impianti di riscaldamento domestici esistenti con un progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, a metano nel giro di pochi anni, puntando verso abitazioni ad emissioni zero servite da sistemi a pompe di calore a gas refrigeranti naturali». E anche in campagna bisognerebbe cambiare qualcosa. «Andrebbe rivisto l’intero sistema agrozootecnico, specialmente quello nella Pianura Padana, mediante la riduzione del numero di capi allevati in maniera intensiva e attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche o ponendo dei limiti e dei controlli agli spandimenti di liquami».

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