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il caso

Leon e Shayla, aperta una colletta. La proprietaria: «Ecco la mia verità»

Il 22 gennaio la padrona è partita dopo avere affidato i due cani a una vicina «per un paio di giorni»

sara

Sono Leon e Shayla, e la loro padrona se n’è andata da casa il 22 gennaio. Una storia che abbiamo raccontato qualche giorno fa e che oggi vede pochi aggiornamenti: per i cani è stata aperta una raccolta fondi e, nel frattempo, la proprietaria ha firmato un documento che autorizza una volontaria a cercare una casa per loro. Tutto comincia quando il 22 gennaio quando la proprietaria dei cani chiede a una vicina di casa di darle una mano: ha un colloquio di lavoro a Piacenza, dice, arriverà una dog sitter: chiede alla vicina di consegnare le chiavi proprio a quest’ultima.

Ma la dog sitter non si è mai presentata, avvisando poco prima che era impossibilitata a rispettare l’incarico. E così, i giorni sono passati e gli inquilini del palazzo hanno cercato di dare una mano come potevano. Una passeggiata, una visita. La Lida, associazione animalista, ha portato del cibo per Leon e Shayla. Che nel frattempo stavano sul balcone, a guardare la strada, forse aspettandosi di vedere tornare quella che è, almeno legalmente, la loro padrona. Ed è proprio a causa di alcuni cavilli legali riguardo alla proprietà che la situazione si è complicata. I vicini hanno chiamato Enpa «che ci ha risposto di rivolgerci alle forze dell’ordine». I vigili urbani e i carabinieri non sono intervenuti: «Dicono che abbiamo fatto un accordo tra privati - spiegano i vicini -. Non è vero, dovevo solo consegnare le chiavi alla dog sitter. Ho fatto una denuncia a carabinieri: non possiamo andare avanti così. Non possiamo nemmeno portare la femmina dal veterinario». Sì perché Shayla potrebbe aspettare dei cuccioli. Non è facile appurarlo senza una visita.

La proprietaria dei cani, una 30enne, parla di una situazione più grande di lei: «Mi sono ritrovata da sola con i cani mentre mi separavo da mio marito e nello stesso tempo scoprivo di essere incinta», racconta la donna. «I miei cani sono la mia famiglia, non ho nessun altro. Non avevo scelta, cercarmi un lavoro o trovarmi in mezzo alla strada, perchè non pagavo l’affitto. Una situazione che si è fatta più grande di me giorno dopo giorno, una depressione nera, un tunnel dove non vedo luce».

La ragazza sperava di riuscire a ottenere il lavoro, trovare una casa dove trasferirsi con i cani. «Mi rendo conto che non posso pretendere che le persone aspettino i miei tempi, il tempo necessario per rimettermi in piedi. Ho firmato l’autorizzazione per cercare una casa per loro, mi fa male, mi si spezza il cuore ma sono consapevole che devo pensare al loro bene. Ho agito in buona fede, convinta che tra vicina e dog sitter qualcuno avrebbe badato loro, poi mi sono trovata in una situazione che è degenerata e ora non riesco a più gestirla».

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