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14 Febbraio 2025 - 06:20
Ora corso Rosselli e largo Orbassano. Corso Grosseto e corso Giulio Cesare entro l’estate, poi corso Venezia e (di nuovo) corso Moncalieri e corso Unità d'Italia: ecco la “corsa a tappe” del Comune per i nuovi occhi elettronici che cominceranno a inquadrare le strade della città. E, di conseguenza, a multare chi non rispetta le regole.
Come noto, un mese fa si sono accese le telecamere a protezione delle corsie riservate ai bus in corso Vittorio Emanuele II, nei tratti compresi tra via dell’Arsenale e corso Re Umberto, tra le vie San Francesco da Paola e Carlo Alberto e tra via Falcone e corso Ferrucci. La prossima settimana, a partire da mercoledì, si replica in corso Rosselli (lato Nord, nel tratto tra via Piazzi e largo Orbassano) e in Largo Orbassano: una sul lato Est, nel tratto compreso tra i corsi De Nicola e Rosselli, e una sul lato Ovest, fra i corsi Rosselli e Adriatico. In totale saranno 6 delle 11 complessive previste nel corso del 2025: per quelle su corso Potenza, corso Orbassano, corso Sommeiller e via Vanchiglia si dovrà attendere, probabilmente non oltre metà anno.
Quindi arriveranno prima i nuovi autovelox: «Sono quelli in programma e che abbiamo messo in cantiere - sottolinea l’assessore alla polizia locale, Marco Porcedda - Le gare sono terminate e gli appalti sono stati aggiudicati a gennaio. Ora attendiamo forniture, installazioni e test sul funzionamento: sicuramente entro l’estate si accenderanno gli impianti di corso Grosseto e corso Giulio Cesare». Nello specifico, saranno all’altezza del civico 283 di corso Giulio Cesare - nel tratto tra le vie Oxilia e Scotellaro - e del civico 169 di corso Grosseto - tra le vie Casteldelfino e Leonardo Fea. L’obiettivo è attivarli entrambi fra aprile e maggio. Ma perché si sono scelti proprio quei punti? «Sono quelli dove abbiamo rilevato un maggior numero di incidenti dovuti all’eccesso di velocità - risponde Porcedda - Stesso discorso per corso Venezia, dove la gara deve ancora essere definita. Si attende anche il decreto del prefetto, quindi i tempi saranno più lunghi».
All’orizzonte c’è anche la riaccensione del velox di corso Moncalieri, spento dal 2011: «Sì, è previsto un adeguamento tecnico alle previsioni normative attuali. Poi verrà riattivato anche quello. Ma le procedure non sono semplici e non abbiamo tempi stabiliti, anche perché lì gli incidenti si sono ridotti proprio con la presenza dell’impianto».
Ma non sarà l'unico "ritorno", visto che il vecchio velox di corso Unità d’Italia rischia una pioggia di ricorsi ma presto ne arriverà uno nuovo: «Avevamo già deciso di sostituirlo» annuncia l’assessore Porcedda. Che ricostruisce il “caos” provocato dall’inchiesta della Procura di Cosenza e le sue conseguenze: «È stata una sorpresa anche per noi: sapevamo dei provvedimenti di sequestro per altri impianti ma ritenevamo che non ci toccasse». Invece, come tanti velox sparsi per l’Italia, quello di corso Unità è risultato irregolare: secondo l’accusa, gli apparecchi forniti ai Comuni erano diversi da quelli autorizzati dal Ministero dei Trasporti.
«E noi non abbiamo potuto fare altro che dare seguito al provvedimento anche per il nostro autovelox di corso Unità - allarga le braccia l’assessore - Abbiamo spento l’impianto e sospeso l’invio dei verbali che non erano ancora stati notificati (cioè quelli relativi a infrazioni commesse dal 24 gennaio, ndr)».
Resta il dubbio sulle multe emesse prima di quella data, ormai praticamente tutte già pagate: «Non siamo entrati nel merito con la società ma per noi il sistema funzionava e, normativamente, le multe passate sono regolari. Poi ogni cittadino ha sempre la possibilità di impugnare un atto che ritiene sbagliato o non conforme alle leggi: può farlo anche chi ha già pagato, considerando che probabilmente bisognerà aspettare la conclusione del procedimento penale avviato a Cosenza. Intanto, su circa 26mila sanzioni erogate nel 2024 da quell’impianto, i ricorsi presentati sono meno di 200: è una percentuale molto bassa, sullo 0,6%, con ancora meno accoglimenti. Quindi le infrazioni erano reali e contestate in maniera corretta». E infatti la Città di Torino pensa di installare un altro velox al posto di quello finito sotto sequestro: «L’impianto di corso Unità era già uno dei più datati, per questo era già in programma una sostituzione per un ammodernamento. Prenderemo la palla al balzo».
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