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L'INTERVISTA
14 Febbraio 2025 - 07:30
Con quasi 1 milione di multe nel 2024, la Città di Torino ha messo in cassa di 63 milioni. Ma come viene speso questo “tesoro” frutto di velox, T-Red, telecamere e controlli? Lo abbiamo chiesto all’assessore alla polizia locale: «Non si può dire che vogliamo fare cassa» premette Marco Porcedda.
Eppure questa è la critica che viene mossa dalle opposizioni e da tantissimi torinesi.
«Non si può mettere in discussione l’obiettivo principale di tutelare la sicurezza. Siamo ben contenti se ci sono sempre meno sanzioni ma la realtà è che il Codice della Strada è rispettato da tutti gli automobilisti che passano per Torino. Dispiace che ci sia un numero di multe così elevato ma è la traduzione plastica dell’educazione stradale, a Torino come nel resto d’Italia. Infatti puntiamo anche a educare le nuove generazioni, in modo che il totale delle sanzioni diminuisca in futuro».
Intanto sta “spuntando” una serie di telecamere e velox.
«Erano quelli previsti, tra velox e telecamere per le corsie riservate ai mezzi pubblici. Invece non saranno installati nuovi T-Red. Ma ricordo che quelli esistenti sono stati piazzati negli incroci dove avevamo registrato il maggior numero di incidenti. Che ora si sono ridotti di parecchio, con una percentuale di ricorsi che si attesta sullo 0,7%».
A proposito di regole da rispettare, il Comune è tenuto a reinvestire parte degli incassi delle multe per la sicurezza stradale.
«Lo impone l’articolo 208 del Codice della Strada, che obbliga a prevedere limiti minimi fissi da reinvestire in diversi aspetti della sicurezza stradale. Il 50% del totale dei proventi è vincolato a questo scopo, con un quarto della cifra che dev’essere destinato a potenziare la segnaletica. Altrettanto va usato per gli strumenti di controllo, con il resto da spendere per la manutenzione del manto stradale o l’installazione di lampioni: per il 2024 il calcolo va fatto su 43 milioni, cioè il totale dei 63 milioni di incassi meno 20 di spese».
Tradotto in numeri approssimativi, si parla di 21,5 milioni vincolati e 10 milioni e rotti in manutenzioni. Evidentemente non bastano, visto come sono ridotte le strade torinesi.
«È chiaro che si può sempre fare di più e meglio ma bisogna tenere conto di tutte le esigenze di sicurezza stradale, trovando degli equilibri. È anche vero che l’elevato traffico veicolare e gli eventi atmosferici obbligano a una manutenzione frequente e costante. Non sempre riusciamo a essere tempestivi, sia come Città sia come Circoscrizioni, ma riconosciamo la necessità e la richiesta dei cittadini: per questo stiamo lavorando sulle procedure per migliorare gli interventi con un minimo investimento in più. Intanto chiediamo ai torinesi di continuare segnalare problemi e pericoli: così possiamo essere tempestivi ed effettuare lavori che siano duraturi nel tempo».
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