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IL CASO
17 Febbraio 2025 - 06:14
Visite alla sera nei giorni feriali e la mattina in quelli festivi negli ospedali, tutto per ridurre le liste d’attesa. Tutto vero: a fare da aprifila tra gli ospedali piemontesi è il torinese Martini, in zona Pozzo Strada. Un esperimento che ieri ha permesso a una cinquantina di utenti di sottoporsi a visite cardiologiche, neurologiche, ortopediche e urologiche. Hanno lavorato 5 medici, 3 infermieri più un’addetta alle pratiche amministrative. Una prenotazione, quella delle visite “festive”, che è stata fatta attraverso il Cup: prenotazioni che sono state aperte il 14 febbraio e sono andate immediatamente “sold out” come un concerto di Vasco Rossi ai tempi d’oro.
L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, aveva annunciato di questo esperimento poche settimane fa, proprio durante un’intervista con il direttore del nostro giornale. «È giusto fare le visite alla domenica. E anche alla sera. Ormai tutti lavorano nei giorni di festa: non capisco perché non ci siano arrivati prima» racconta un’arzilla donna all’uscita dall’ospedale «non mi riprendere che non mi sono truccata e a queste cose ci tengo. Però abbiamo voluto la modernità? E allora che questa sia un bene per tutti, la salute è un diritto» scherza, per poi tornare seria. Il Martini è appunto il primo ospedale per questa sperimentazione: stasera tocca al San Giovanni Bosco, domani al Maria Vittoria e martedì all’Oftalmico. Gli orali serali vedono la fascia dalle 18 alle 21, i festivi dalle 10 alle 13. Prestazioni pagate extra agli addetti ai lavori, ça va sans dire. Basterà a ridurre le infinite “code” virtuali che si formano nei sistemi? «È una delle azioni messe in campo» afferma il direttore sanitario, Andrea Campobasso, che non nasconde l’apprensione iniziale dovuta a questa novità «ma devo dire che il riscontro è stato positivo» aggiunge definendosi soddisfatto.
Andrea Campobasso, direttore sanitario dell’ospedale Martini con il suo team
E soddisfatto lo è anche un uomo che incontriamo al termine della sua visita: «Ottima novità, soprattutto per chi come me soffre di alcune patologie, inoltre così non perderò giorni di lavoro, che per un libero professionista significa giorni non guadagnare, una doppia spesa se sommata al ticket». Dopo di lui fermiamo al volo Renzo: «Magari è la volta buona che non aspetto due anni per un controllo, scusate ma devo correre in chiesa prima che finisca la messa». Credente? «No, non molto. Ma avevo detto, quando ho letto sul giornale la notizia delle visite nei giorni festivi, che se fosse stato vero avrei acceso un cero alla Madonna».
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