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IL CASO
16 Febbraio 2025 - 20:08
“Barriera non è il Far West, Atc ha disinvestito nei progetti”
Non si spegne la polemica dopo i fatti avvenuti nella nottata di sabato nella zona di Barriera di Milano e Regio Parco, dove una vera guerriglia tra bande rom ha sconvolto i residenti. Otto veicoli coinvolti in un incendio, violenza, molotov contro i furgoni. Si era espresso sull’episodio Maurizio Pedrini, presidente di Atc: "Esprimo preoccupazione per i fatti accaduti nelle ultime notti nei pressi di alcuni complessi popolari nella zona nord di Torino. La spirale di violenza a cui abbiamo assistito rappresenta un pericolo per la sicurezza dei residenti, che spesso sono nuclei fragili, da tutelare. Nei complessi Atc l’unica legge che deve valere è quella dello Stato, per questo terremo alta la guardia, proseguendo nella liberazione degli alloggi ancora occupati. Serve uno sforzo congiunto di tutte le istituzioni per affrontare questi problemi ed evitare che a farne le spese sia proprio chi vive nei quartieri popolari" scriveva in una nota stampa.
Oggi torna sulla questione anche la consigliera regionale del Pd, Nadia Conticelli: “Barriera e Regio Parco non sono i margini della città, non sono il Far West: quando si respingono le marginalità sotto il tappeto, come la polvere, si creano situazioni esplosive" attacca Conticelli.
"Smantellati, in tutto o in parte, i chilometri di accampamenti abusivi sulle sponde dello Stura, in via Germagnano e in strada dell’Aeroporto, non c’è stato nessun progetto complessivo che seguisse gli spostamenti, o coinvolgesse donne e bambini, che sono le prime vittime di un sistema dominato dall’aggressività e dalla costrizione, e non c’è identità culturale che possa giustificarle. La violenza, qualunque sia il contesto, va condannata e la comunità tutelata. Non c’è colore politico in questo, ma civiltà e democrazia". Secondo la consigliera l’Agenzia Territoriale per la Casa non ha investito abbastanza.
"Negli ultimi anni, l’ATC ha completamente disinvestito sui progetti di mediazione e accompagnamento sociale, ma le case popolari non possono diventare terra di nessuno, dove ciascuno deve farsi giustizia da sé o subire. Soprattutto, in un quartiere come il nostro costituito da oltre il sessanta per cento da case popolari - prosegue la consigliera dem -. Se si sgomberano le persone e non si riassegnano subito gli alloggi, non si attivano progettualità di inclusione in quella realtà, si scarica solo il problema all’occupazione successiva”. E la consigliera annuncia una commissione sul tema: “A breve in commissione regionale audiremo i nuovi vertici dell’Atc e ci confronteremo anche sul tema delle occupazioni, nel frattempo presenterò una interrogazione per avere i numeri reali degli alloggi vuoti, di quelli occupati e di quelli in attesa di manutenzione.
Regio Parco è un quartiere di gente che lavora, che per anni ha condotto battaglie contro il degrado, quando le luci della realtà produttiva della zona si sono piano piano spente ad una ad una: prima la Manifattura, poi il mercato, poi il tessuto produttivo sull’asse di via Bologna “conclude Conticelli. Il futuro? “Ora, con l’arrivo della metro 2 e del recupero di Manifattura Tabacchi, stanno tornando gli investimenti, ma ci va ancora un poco di tempo e chi ha deciso di restare, di resistere tutto questo tempo, ha diritto ad avere dignità e opportunità da subito”. Abbiamo chiesto a Maurizio Pedrini un commento di replica, ma ha scelto di non rispondere.
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