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La storia
18 Febbraio 2025 - 19:30
Nel marzo del 1983, l'Istituto Salesiano di Fossano, in provincia di Cuneo, il professor Mario Di Giovanni, un docente di meccanica e assistente dei ragazzi durante le ore di ricreazione, fu brutalmente ucciso a martellate da due suoi studenti.
Mario Di Giovanni, originario della provincia di Caserta, nato nel 1941, si era trasferito a San Mauro Torinese durante la sua infanzia. Dedicò la sua esistenza all'insegnamento e alla vocazione salesiana. Il mattino del 2 marzo 1983, il suo corpo senza vita fu rinvenuto nel cortile dell'istituto da due colleghi. Le indagini, curate dai carabinieri, condussero rapidamente all'arresto di due studenti minorenni, identificati con le iniziali L. e M., i quali confessarono il crimine. I due giovani, legati da un rapporto esclusivo e alieno rispetto al resto della scuola, attirarono l'insegnante nel cortile con un pretesto, per poi aggredirlo brutalmente con un martello. Dopo averlo lasciato in fin di vita, tentarono di dargli fuoco per eliminare le prove del loro reato. Il movente dell'omicidio, secondo le dichiarazioni dei ragazzi, era un atto di vendetta personale.
Di Giovanni, a loro avviso, li aveva ingiustamente accusati del furto di una squadretta di plastica e li aveva minacciati di espulsione. Tuttavia, durante il processo, arrivarono accuse di presunte avances omosessuali da parte del docente, che i ragazzi avrebbero frainteso. Un movente che lasciò perplessi gli inquirenti e l'opinione pubblica. Il funerale di Mario Di Giovanni, celebrato nel Duomo di Fossano, vide la partecipazione di duemila persone, tra cui i compagni di classe degli assassini, che si unirono nel portare la bara. Monsignor Severino Poletto, futuro cardinale, espresse il dolore e la costernazione di un'intera comunità, ponendosi domande su come si potesse giungere a una tale mancanza di rispetto per la vita umana.
Le testimonianze raccolte dopo il funerale dipinsero un quadro ben diverso da quello tratteggiato dai due ragazzi: Di Giovanni era un insegnante stimato, esigente nel mantenere la disciplina. Il tribunale condannò i due giovani a nove anni e sei mesi di reclusione. La morte di Mario Di Giovanni rimane una ferita aperta nella storia dell'Istituto Salesiano di Fossano. Un caso che solleva interrogativi profondi sulla natura umana e sulle dinamiche che possono condurre a gesti estremi. Un monito, forse, a non sottovalutare mai il potere distruttivo dell'incomprensione e dell'isolamento.
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