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Faida tra rom a Torino, rimosse le carcasse delle auto bruciate

Portate via le auto date alle fiamme nei giorni scorsi ma il problema nelle case popolari di via Bologna resta vivo

Faida tra rom a Torino, rimosse le carcasse delle auto bruciate

Faida tra rom a Torino, rimosse le carcasse delle auto bruciate

Si cerca di tornare alla normalità a Regio Parco, dopo la guerriglia scatenata da alcuni rom coinvolti in una vera e propria faida che, nei giorni scorsi, a Torino ha portato ad aggressioni, inseguimenti e auto date alle fiamme. E questa mattina proprio queste ultime sono state rimosse dai parcheggi del complesso Atc di via Bologna 267.
Atc, polizia locale e polizia hanno infatti provveduto a rimuovere vetture e furgoni dati alle fiamme o rimasti parzialmente danneggiati dalle stesse. «Ringrazio la Polizia Locale e le altre istituzioni per la collaborazione dimostrata - ha commentato il presidente Atc, Maurizio Pedrini -. Quello di oggi è il primo passo per ripristinare un clima di tranquillità e sicurezza per i residenti delle case popolari che giustamente ci chiedono risposte concrete».
Si riporta quindi il decoro nei cortili ma il problema da cui tutto è nato purtroppo non lo si può portare via con un carro attrezzi. «La situazione all'interno di questo complesso è oramai fuori controllo - spiega infatti Verangela Marino, capogruppo di Fratelli d'Italia in Circoscrizione - da anni i residenti continuano a subire le prepotenze e le angherie di questi delinquenti, che continuano impunemente a creare problemi di ordine e sicurezza pubblica, terrorizzando moltissimi cittadini che risiedono e lavorano all'interno di questo quartiere. Continueremo ad essere presenti, dando il massimo supporto ed assistenza ai tantissimi cittadini f italiani e stranieri onesti che per anni sono stati relegati in un ghetto, senza dare loro minimo aiuto». La stessa Marino indica poi una possibile strada da seguire per evitare il ripetersi di situazioni simili: «Sarebbe opportuno assegnare i tanti alloggi attualmente vuoti al fine che non vengano occupati da questi delinquenti».
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