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La decisione

Il pm Gianfranco Colace condannato e trasferito dal Csm per intercettazioni illegali

Aveva compiuto 500 intercettazioni nei confronti dell'ex senatore PD Stefano Esposito senza autorizzazioni

Il pm Gianfranco Colace condannato e trasferito dal Csm per intercettazioni illegali

Il Consiglio superiore della magistratura ha stabilito, nella giornata di oggi, il trasferimento del pubblico ministero Gianfranco Colace dalla procura di Torino al tribunale civile di Milano. Questa sanzione arriva in seguito a una serie di intercettazioni effettuate senza autorizzazione parlamentare, che hanno coinvolto l'ex senatore del Partito Democratico Stefano Esposito.



Le intercettazioni, circa 500, sono state condotte da Colace durante un periodo in cui Esposito era al centro dell'attenzione politica. Tuttavia, il mancato rispetto della procedura legale, che richiede un'autorizzazione parlamentare per intercettare senatori e onorevoli, ha sollevato un polverone giudiziario. Questo non è solo un dettaglio tecnico, ma una violazione che ha messo in discussione l'integrità del processo legale.

Le intercettazioni hanno avuto un ruolo chiave nel cosiddetto processo Bigliettopoli, un'inchiesta su una presunta rete di favori in cambio di denaro e regali, tra cui biglietti per concerti a Torino. Nonostante il clamore mediatico e giudiziario, Esposito è stato assolto dopo un lungo iter processuale. Tuttavia, una parte del processo di primo grado è ancora in corso e potrebbe giungere a sentenza già domani, 26 marzo 2025.



Anche la giudice per le indagini preliminari, Lucia Minutella, è stata coinvolta nella vicenda. Minutella aveva disposto il rinvio a giudizio di Esposito basandosi su intercettazioni poi ritenute illegali. Per questo, il Csm ha emesso una censura nei suoi confronti, una "Dichiarazione formale di biasimo". Questo provvedimento, come quello nei confronti di Colace, potrà essere impugnato se le persone coinvolte lo riterranno inadeguato.

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